Meloni: «Zaia, vuole l'autonomia? Dica sì al presidenzialismo». Il governatore leghista: «Non faccio scambi»

Giovedì 25 Giugno 2020 di Angela Pederiva
Zaia, Salvini, Meloni (foto d'archivio)
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VENEZIA -«Eddai, dopo mille giorni...». Luca Zaia sospira, ascoltando le parole di Giorgia Meloni e calcolando quanto tempo è passato dal 22 ottobre 2017: sono trascorsi appunto quasi tre anni dal referendum, ma l'autonomia ancora non c'è ed anzi è oggetto di sfida nel centrodestra. «Ma la riforma non ha bisogno di alcuno scambio», puntualizza il governatore del Veneto, escludendo da parte sua l'ipotesi di un baratto con il presidenzialismo proposto dalla leader di Fratelli d'Italia: «Quelle sono cose di cui devono discutere i tre segretari, io non c'entro».
IL DIBATTITO
Si surriscalda dunque il dibattito sull'alleanza, acceso martedì dall'intervista al Gazzettino dell'assessore regionale (e componente del direttorio veneto della Lega) Roberto Marcato: «Meloni e Berlusconi devono firmare il documento sull'autonomia. Se non firmano, salta tutto». E ieri lo stesso Zaia ha ravvivato la fiammata sul Corriere della Sera: «Chiederò un impegno pubblico scritto. Candidarsi in Veneto significa impegnarsi per l'autonomia senza se e senza ma». Una tesi che il presidente della Regione ribadisce: «La confermo, dalla prima all'ultima parola, nella sua limpidezza. Sull'autonomia non ho parlato di Fdi, ma di ritrosie di ambienti romani dove o sono contro l'autonomia perché la vedono come una sottrazione di potere, ed è una cosa vergognosa, oppure sono contro l'autonomia perché la vedono come una secessione, e allora sono contro la Costituzione. Non ho offeso nessuno, mi spiace che qualcuno si senta offeso. Ho l'impressione, per l'intelligenza che riconosco a Giorgia fin da quando siamo stati ministri insieme, che qualcuno le abbia riferito l'intervista, ma che non l'abbia letta. Ho perfino ricordato che Fdi votò a favore dell'autonomia in Veneto».
IL TAVOLO
Resta però la domanda: è pensabile uno scambio fra autonomia e presidenzialismo? «L'autonomia risponde Zaia non ha bisogno di nessuno scambio: è un progetto costituzionale, approvato con un referendum autorizzato dalla Corte, che ha un suo percorso. Dopodiché mi sembra ragionevole che ogni forza politica porti in dote i suoi progetti al tavolo nazionale del centrodestra. Se Fratelli d'Italia porta il presidenzialismo, bene, io non ho nulla contro. Ma non faccio parte di questa trattativa: per la Lega tocca a Matteo Salvini, a ciascuno il suo ruolo. Certo che se però poi uno ha ancora da ridire sulle materie... Eddai, dopo mille giorni...». Per la precisione, 977 ad oggi.
LA DATA
A proposito di calendari, il ministro Luciana Lamorgese (Interno) ha ufficializzato telefonicamente al governatore Zaia la data delle elezioni: «Mi ha confermato la volontà di provvedere alla convocazione delle urne per il 20 e 21 settembre. Questo vorrebbe dire che le liste andrebbero presentate il 20 e 21 agosto, giorno in cui inizierebbe la campagna elettorale. Serve però il decreto: il termine massimo per l'emanazione è il 27 luglio, ma per la tranquillità di tutti spero che lo si faccia velocemente, perché bisogna anche organizzare l'avvio dell'anno scolastico». 
LE SCUOLE
A questo proposito, l'idea è di fissare la prima campanella per il 14 settembre. «Ma il mio non è un annuncio precisa Zaia in quanto voglio prima confrontarmi con l'assessore Elena Donazzan. Se potessi, aprirei anche prima, però complicherei la vita al turismo. Cercheremo quindi un incastro di buon senso per trovare il giusto equilibrio. Dovremo anche gestire tre o quattro giorni di buco per le elezioni, perché immagino che le scuole vadano chiuse da sabato a martedì, in modo da consentire l'allestimento, il voto, lo spoglio e la sanificazione». L'alternativa sarebbe il trasloco dei seggi in altre strutture, ma il ministro Federico D'Incà (Rapporti con il Parlamento) è cauto: «Potrebbe essere complicato. Ma lasciamo a Lamorgese, che le ha competenze, trovare le corrette soluzioni». Intanto oggi le linee-guida sulla ripresa delle lezioni approderanno in Conferenza Stato-Regioni, dove il Veneto rinnoverà la sua contrarietà all'obbligo di indossare le mascherine in classe.
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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