Comandante dei vigili palpeggiato, Comune irritato, lui non fa denuncia: «Ma le molestie pesano»

Martedì 5 Settembre 2023 di Nicola Munaro
Il comandante della Polizia locale di Venezia Marco Agostini

VENEZIA - Marco Agostini ha deciso di chiuderla lì, con quel post pubblicato domenica mattina e ritirato nel giro di pochissimi minuti. «Ho solo voluto dare la mia solidarietà alle donne, spesso noi uomini non capiamo cosa vuol dire essere molestati», ha ribadito ieri il comandante della polizia locale di Venezia. Chiarendo, anche, che non ci sarà nessuna denuncia penale dopo quella su Facebook dell’altra mattina nella quale ha raccontato la violenza subita sabato sera all’Arsenale di Venezia, dopo la sfilata-evento di Armani. Cinque palpate al sedere che lo hanno spinto ad allontanarsi. «Non denuncio - ha detto - perché non ha senso intasare la giustizia per un fatto simile e perché io volevo solo esprimere la mia solidarietà a chi, ogni giorno, ovunque, subisce violenze. Noi uomini non capiamo, minimizziamo, volevo far passare il messaggio che, quando succede, non è così.

Non è una cosa da poco». Il post, però, è sparito in un amen. «Sì - conferma il comandante dei vigili della città d’acqua -. L’ho rimosso di mia spontanea volontà quando ho visto comparire commenti fuori luogo, c’era chi diceva che avevo assistito a una scena di violenza senza intervenire. Altri che facevano battute, così ho preferito eliminare la fonte».

IL MALUMORE

Ma se la vicenda non finirà in procura - il reato di violenza sessuale è procedibile solo se la vittima denuncia - il caso a Venezia ha tenuto banco anche ieri, senza soluzione di continuità.
Dal Comune bocche cucite anche se è stata fatta trasparire una forte irritazione per un’uscita considerata scomposta, amplificata dai social, arrivata a rovinare la magia che si era creata con la filata che segnava il ritorno di Armani a Venezia dopo tanti anni.
Il disappunto che serpeggiava ieri a Ca’ Farsetti era lo stesso che veniva filtrato dagli ambienti vicini alla casa di moda dello stilista milanese. Il punto è sempre lo stesso: la serata di sabato, in uno dei luoghi più scenografici della città, è stata oscurata dal post del comandante Agostini e lo spettacolo - così come l’idillio con Venezia - è stato macchiato dalla notizia, che ha fatto in poco tempo il giro d’Italia finendo al centro dei siti (per ore è stata la prima notizia di Dagospia), degli articoli di giornale e dei servizi dei tg.

La vicenda

Sabato sera il comandante dei vigili era tra gli invitati alla sfilata di Giorgio Armani all’Arsenale, assieme al sindaco Luigi Brugnaro, all’assessore al Turismo Simone Venturini, all’amministratore unico di Vela Piero Rosa Salva. L’invito richiedeva il black tie che, nel caso di un esponente delle forze di polizia, consiste non nello smoking, ma nell’alta uniforme. Tutto è andato bene fino a quando lo stilista e i suoi ospiti si sono trasferiti dalla Tesa della sfilata alla numero 91, dov’era stato allestito il bancone bar, la consolle per la musica e dov’era servito il buffet. «È stato lì, al cocktail, che mi hanno palpato il sedere», ha detto. Poi, arrivato a casa, il post della discordia. “Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando gli palpano il sedere. Io per interrompere la cosa ho scelto di allontanarmi velocemente dall’evento a cui partecipavo sempre mantenendo il sorriso sulle labbra e di non fare una piazzata solo per rispetto della divisa che indosso, ma la tentazione è stata forte”. 
Secondo il racconto, Agostini sarebbe stato palpato cinque volte nel giro di pochi minuti, sempre dalla stessa persona che lui avrebbe anche individuato: un ventenne, parte dei 700 ospiti alla sfilata con la quale il maestro della moda ha omaggiato Venezia e la sua bellezza. Senza immaginare quale sarebbe stata poi la notizia.

Intanto, le donne del Consiglio comunale di Venezia e delle istituzioni veneziane manifestano solidarietà al comandante della polizia locale. Quasi tutte, comunque, ritengono che sia sbagliato non denunciare. Per il consigliere comunale e sociologo Gianfranco Bettin, il comandante avrebbe peccato di ingenuità: «Nessun uomo può immaginare nemmeno lontanamente come possa sentirsi una donna in una situazione del genere».

Ultimo aggiornamento: 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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