Sei contagi all'Ospedale Civile, allarme al reparto di Medicina

Venerdì 2 Ottobre 2020 di Nicola Munaro
Il reparto di Medicina del Civile: ingresso Ematologia
OSPEDALE
VENEZIA La paura, nei mesi di calma, è che sarebbe successo di nuovo. E che succedesse era inevitabile con il ritorno, in questo inizio d’autunno, alla vita di tutti i giorni. Ma il virus morde ancora e gli ospedali - seppur protetti da protocolli ferrei - non sono immuni dalla diffusione di un contagio.
È quello che è successo nei giorni scorsi nel reparto di Medicina dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, il Civile, dove a ieri sera risultavano positivi tre pazienti ricoverati a Medicina e tre operatori sanitari. Sei contagiati, tutti asintomatici, per un conto non ancora chiuso dal momento che l’elaborazione dei tamponi è ancora in corso, così come le operazioni di screening e di tracciabilità dei contatti dei positivi. Mentre tutto il reparto viene di continuo igienizzato e sanificato.
COS’È SUCCESSO
Le prime avvisaglie che qualcosa stava capitando tra le corsie e i letti del reparto di Medicina del Civile si sono avute a inizio settimana, quando c’è stata una stretta sull’utilizzo dei dispositivi di protezione: ai pazienti ricoverati è stato detto di utilizzare le mascherine non soltanto negli spazi comuni e alcuni operatori hanno indossato mascherine Ffp2. 
La prova è arrivata a stretto giro (di tampone) con la positività al coronavirus di un paziente arrivato al Civile dall’esterno. Nell’arco di poche ore l’uomo ha contagiato un paziente che si trovava ricoverato in stanza con lui e un terzo degente che stava per essere trasferito: tutti e tre asintomatici, i pazienti positivi sono stati trattenuti in ospedale e spostati - in isolamento - nel reparto di Malattie infettive del Civile. 
L’indagine epidemiologica fin qui svolta dalla direzione dell’ospedale Civile ha evidenziato anche la positività di alcuni degli operatori del reparto, al momento si parla di tre dipendenti, anch’essi asintomatici. «Le azioni di “contact tracing” tra i degenti e gli operatori del reparto proseguono - fa sapere la direzione dell’ospedale veneziano - Il reparto viene sottoposto alle necessarie misure di sanificazione».
Il tutto per spegnere sul nascere quello che fino a ieri sera era ancora un piccolo focolaio importato dall’esterno, ma che aveva già introdotto il virus tra degenti (adesso obbligati a portare la mascherina anche a letto) e operatori sanitari. Anche per questo è stato deciso di chiudere l’ingresso nel reparto di Medicina del Civile a chi non ne ha necessità. Il che vuol dire, sospensione delle visite dei parenti dei ricoverati. 
IL PRECEDENTE A NOALE
L’ultima emergenza interna ad una struttura ospedaliera, l’Ulss 3 Serenissima l’aveva affrontata a fine aprile - quindi nel pieno della furiosa lotta di primavera - quando il coronavirus era entrato di prepotenza tra i ricoverati nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Noale.
Tra fine aprile inizio maggio si erano registrati più di una trentina di contagi di pazienti ricoverati, operatori sanitari e medici, uno di quali era stato ricoverato a sua volta. Un contagio che aveva portato in eredità anche alcuni decessi tra i pazienti.
Anche in quel caso era stato un focolaio nato all’esterno del nosocomio della città dei Tempesta: il virus era entrato e si era diffuso, seminando il panico e costringendo la direzione sanitaria dell’Ulss 3 a spostare gran parte dei contagiati nell’ospedale di Dolo, scelto dalla Regione come centro principale nella lotta al virus per il territorio del Veneziano. Le indagini sanitarie avevano dimostrato che tutti i sistemi di protezione erano stati forniti regolarmente ma qualcosa era andato storto nella fase di schermatura dall’esterno.
Nicola Munaro
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Ultimo aggiornamento: 15:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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