Venezia. Muore a 17 anni nell'Alfa MiTo
dell'amico che si schianta contro un ponte

Lunedì 20 Giugno 2011 di Monica Andolfatto
Sebastiano Benin (da Facebook) e il luogo dell'incidente a Mira (Photo Journalist)
VENEZIA - Avrebbe compiuto 18 anni la settimana prossima. morto ieri alle tre e mezza di notte, poco lontano da casa, nell’auto guidata da un amico, accartocciata contro la spalletta di un ponte in via Nazionale a Mira Porte (Venezia), all’altezza del civico 333.



Un impatto terribile che non ha lasciato scampo a Sebastiano Benin, deceduto sul colpo nel sedile posteriore della Alfa MiTo bianca, condotta da Axel, 19 anni, ora ricoverato all’ospedale di Dolo, mentre Thomas, seduto al suo fianco, compagno di classe di "Seba" al Massari di Mestre, è in gravi condizioni all’Angelo, la prognosi è riservata.



Amici da sempre, tutti di Malcontenta, stavano rientrando dopo aver trascorso la serata a San Giuliano ad ascoltare musica all’ElectroVenice Festival. L’incidente sulla provinciale, dopo aver allungato fino a Fiesso per accompagnare la fidanzata di Axel. Ecco la mappa della serata: dal luogo del concerto (A) a Fiesso (B) sono 24 chilometri; da Fiesso al luogo dell'incidente (C) sono altri 9 chilometri. La destinazione finale, Malcontenta (D), sarebbe stata a meno di 7 chilometri.



«Non beve, non fuma, è un bravo ragazzo» dice disperato il padre, ieri mattina sul luogo della tragedia. E che Axel fosse sobrio lo conferma anche il risultato dell’alcoltest cui è stato sottoposto dai carabinieri intervenuti per i rilievi: negativo. Il ragazzo che non ha mai perso conoscenza avrebbe detto di non ricordare nulla. L’ipotesi più probabile è quella di un colpo di sonno o di una banale distrazione che gli ha fatto perdere il controllo dell’Alfa Romeo, sbandata sulla destra, in un punto in cui si è trovata sfortunatamente la corsa sbarrata dal ponte, che non ha lasciato scampo ai tre occupanti. Sul posto oltre al Suem anche i vigili del fuoco che hanno dovuto liberare i tre giovani dalle lamiere.



Sebastiano abitava con il papà Dario e la mamma Marica, e il fratello e la sorella più grandi in via Lago di Nemi. L'avevano salutato poco dopo mezzogiorno di sabato, quando era partito per Mestre: «Ciao, ci vediamo stasera». Nessuno avrebbe mai immaginato che quel sorriso che conquistava tutti non l’avrebbero mai più rivisto. È toccato ai carabinieri comunicare la terribile notizia alla famiglia: hanno suonato al civico 36 verso le 5 del mattino. Lo straziante riconoscimento della salma all’obitorio dell’ospedale di Dolo, sette ore più tardi. La Fiat MiTo, che ironia della sorte era il modello di utilitaria sponsor dell’ElectroVenice, è stata posta sotto sequestro. In Procura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 21:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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