Contagi in picchiata: 7 in 2 giorni, ma ci sono stati altri tre decessi

Lunedì 27 Aprile 2020 di Davide Tamiello
IN DIMINUZIONE Il numero dei nuovi casi è in calo. Ieri, però, si sono registrati altri tre decessi: si tratta di tre donne anziane, morte all’ospedale Civile, all’ospedale di Dolo e alla casa di riposo Francescon
IL BILANCIO 
VENEZIA Trionfalismi ed eccessi di entusiasmo, in questa fase, a metà tra la “1” e la “2”, sono pericolosi: rischiano di creare false illusioni, alimentare un ulteriore stato di confusione e complicare il lavoro di chi è in prima linea nella lotta al virus. I numeri, però, sono l’unica forza che abbiamo, e se dicono che in due giorni sono stati diagnosticati solo 7 nuovi casi (5 ieri), è normale che ci scappi un mezzo sorriso. Certo, i dati andranno interpretati, certo, la diffusione del Covid-19 negli ultimi due mesi è stata caratterizzata da un continuo andamento fatto di picchi e di crolli. Il vantaggio, questa volta, è che il fatto i dati siano così bassi proprio nel fine settimana permette una chiave di lettura più chiara. 
NIENTE TAMPONI
Già, perché l’Ulss, nel weekend, sospende l’analisi dei tamponi. Questo significa che i numeri non sono quindi viziati, se così si può dire, dalla mole di casi in arrivo dalle case di riposo. Quei sette contagi in due giorni rappresentano, quindi, la fotografia effettiva della diffusione del virus nel territorio. Una prova del fatto che la sofferta quarantena di questo bimestre infausto a qualcosa, effettivamente, è servita. Si comincia a vedere la luce all’uscita del tunnel, quindi, ma nessuno si azzardi a cantar vittoria. Anche perché comunque, anche ieri, il bollettino dei decessi è salito di altre tre unità: è stata inserita ieri nel bollettino dell’Ulss 3 Serenissima Nerina Vianello, 92 anni di Pellestrina, deceduta all’ospedale civile di Venezia, di cui avevamo già dato notizia ieri. Oltre a lei, altre due anziane hanno perso la vita dopo aver contratto il coronavirus: si tratta di Elza Regina De Lorenzi, 91enne di Marghera, deceduta in ospedale a Dolo, e di Agnese Santorso, 92 anni, morta nella casa di riposo Francescon di Portogruaro. Dall’inizio dell’emergenza, da quel 1. marzo in cui vi fu il primo decesso, il Veneziano ha pagato un tributo altissimo con un totale di 204 decessi. La prima croce è stata di Mario Veronese, 76 anni, di Oriago di Mira, il “paziente uno” del Veneziano che la notte del 22 febbraio era risultato positivo al tampone e ricoverato nell’ospedale di Dolo, al momento non ancora Covid Hospital. Veronese morirà a Padova l’1 marzo per emorragia cerebrale. 
GLI ALTRI NUMERI
A due mesi dal lockdown lagunare (il 23 febbraio venne chiuso anticipatamente il Carnevale, primo atto delle misure restrittive nell’area metropolitana) sono in 2.347 ad aver contratto il Covid-19. In provincia risultano positive al tampone 875 persone (già ottanta meno di sabato), di cui 205 ricoverati in ospedale (5 in più rispetto a sabato) e 670 curati a casa (addirittura 85 in meno a distanza di 24 ore). Continuano a calare, inoltre, i ricoveri in terapia intensiva 12, (5 meno di sabato, 4 a Venezia e uno a Jesolo) e ad aumentare i dimessi (355). 
PERSONALE
La riapertura delle attività non urgenti preoccupa anche la Cgil: «La carenza di personale - dice il segretario della Funzione pubblica, Daniele Giordano - prima dell’emergenza era un fattore endemico. Oltre a un rafforzamento degli organici serviranno spazi e regole per riadattare tutto alla Fase 2 ed affrontarla al meglio. La riapertura non deve essere un’applicazione burocratica di una disposizione regionale è un processo che deve essere condiviso attraverso il confronto con sindacato e lavoratori. Speriamo che già nel prossimo incontro di martedì 28 la direzione cominci ad illustrarci le sue intenzioni riguardo il ripristino dei servizi e dei reparti e di come verranno affrontati i flussi di persone che accederanno ai pronto soccorso e agli ambulatori».
Intanto l’Ospedale San Camillo del Lido precisa che il ricovero in isolamento di una paziente anziana di cui scrivevamo ieri, in realtà «è avvenuto per un paio di giorni all’Ospedale di Comunità, estraneo alla zona dedicata all’Irccs e gestito dalla cooperativa Codess, e quindi trasferita in Ospedale Civile di Venezia. L’Irccs San Camillo continua a non avere casi tra pazienti o dipendenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci