Fa i bisogni in calle, giovane ripresa dai residenti infuriati

Venerdì 3 Luglio 2020 di Tomaso Borzomì
La giovane ripresa nei pressi di Santa Margherita
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DEGRADO
VENEZIA Turismo cafone a chilometro zero (visti che mancano gli stranieri). Basta andare in campo Santa Margherita o zona Ormesini, meno invece in Erbaria, e i segnali della ripresa ci sono. I giovani tornano a uscire, la voglia di convivialità c’è, però con questo tornano anche i comportamenti che i residenti non sopportano. Ramo secondo Cappello, una delle tante callette nelle vicinanze del campo è ogni giorno una latrina a cielo aperto. E per chi abita lì è ora di dire basta, al punto che giorni fa è stato fatto un esposto verso il Comune affinché intervenga.
MALEDUCATI LOCALI
Basta avvicinarsi a chi frequenta la zona per sentire che i dialetti parlati sono quelli dell’entroterra Veneto, forse ci si spinge fino al Friuli, ma sicuramente chi fa i suoi bisogni nelle calli vicine a Santa Margherita non parla straniero. E non c’è nemmeno la “scusa” degli studenti, visto che le università cittadine sono ancora in attesa di ricominciare. L’estate 2020 conferma così l’andamento del pre-Covid, i maleducati c’erano e continuano ad esserci, con buona pace di chi vorrebbe solo crescere i propri figli senza dover fare lo slalom tra la latrina a cielo. La foto parla da sé, è “fresca”, perché risale alle due di notte di mercoledì e Anna, residente della zona, spiega che quello è solo uno degli innumerevoli scatti di cui è in possesso: «È il più bel sedere all’aria che faccio da un pezzo - ironizza la residente - È la meno imbarazzante, ma è diverso nei casi degli uomini o di altre donne». Dalle nove di sera la situazione diventa insostenibile, soprattutto quando con il caldo si vorrebbe solo tenere la finestra aperta per un po’ di aria, ma invece si è costretti a tapparsi dentro per non sentire gli odori: «Ci sono giovani che si portano le bevande da sé, quindi già alle nove comincia il viavai di chi fa pipì qui sotto».
VIAVAI NOTTURNO
E la situazione peggiora con l’andare del tempo: «Fino a notte inoltrata non c’è sosta, la fanno in mezzo alla calle, sotto al lampione, senza il minimo problema di pudore. Noi chiediamo un cancello perché non possiamo andare avanti così». Del resto, contro la maleducazione è difficile trovare una soluzione, ma anche gli esercenti della zona si mettono a disposizione. Infatti, da sempre in campo anche chi non consuma la bevanda all’interno del locale è lasciato liberamente entrare nel caso debba andare in bagno. E anche nei minuti immediatamente seguenti la chiusura della mescita, fare l’ultima pipì non è mai un problema per i titolari. Ieri due emissari del Comune hanno incontrato la figlia di Anna, Elisabetta, che li ha portati a constatare la situazione di persona: «Li ha portati a fare un giro, sono stati molto comprensivi perché l’evidenza è tale per cui non possa passare inosservata. Ci hanno fatto sapere che cercheranno una soluzione e tra qualche giorno ci faranno sapere cosa potranno fare». Per la famiglia, dopo anni di disagi, però sarebbe importante riuscire a chiudere la zona: «In giro per il campo ci sono otto cancelli che chiudono calli con sbocco nei canali, forse dovrebbero restare aperti nei casi di emergenza in cui un’ambulanza dovesse ormeggiare, a maggior ragione chiediamo venga posto qui, dato che è cieca». Negli ultimi giorni sono state viste le forze dell’ordine in massa: «Ogni giorno si vedevano vigili, poliziotti e carabinieri, ma nel momento in cui girano lo sguardo, è un attimo e questi vengono qui sotto a fare i loro bisogni».
Tomaso Borzomì
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Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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