Milano, ultimatum al direttore d'orchestra Gergiev con tante proprietà a Venezia: «Condanni l'attacco all'Ucraina o se ne vada»

Venerdì 25 Febbraio 2022 di Davide Scalzotto
Putin e Gervgiev
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VENEZIA - La richiesta, che sa di ultimatum, è arrivata ieri dopo gli attacchi all’Ucraina e dopo il debutto alla Scala de “La dama di picche”: «Abbiano a Milano il maestro Valery Gergiev che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Putin, con il sovrintendente del teatro gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione».

Firmato, Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Nel caso di un diniego del maestro, si cercherà un sostituto per le prossime rappresentazioni dell’opera di Čajkovskij di cui sono in programma quattro repliche dal 5 al 13 marzo. Sindaco e fondazione sono dunque in attesa. Gergiev, da parte sua, ha tempo. Il maestro in Italia è stato accolto dai principali teatri e a Venezia ha diretto in passato l’Orchestra della Fenice. In laguna non sono previsti ritorni, dal punto di vista artistico. Ma se Gergiev per ora non tornerà alla Fenice, a Venezia resta ben presente. Il suo legame con la città, infatti, è saldo dal punto di vista economico, oltre che culturale. Proprietario di molti immobili i prestigio, tra cui il caffè Quadri alle Procuratie Vecchie di piazza San Marco, gestito dai fratelli Alajmo, il maestro ha ereditato le fortune di Yoko Nagae Ceschina, ricca giapponese con numerose proprietà di pregio nel cuore della città storica. Ci sono ad esempio tre negozi in calle Fiubera, calle dei Dai e piazzetta dei Leoncini (praticamente San Marco) e un palazzo già sede della vetreria Pauly sempre a San Marco, oltre al palazzo dove viveva la stessa ereditiera giapponese, splendidamente decorato da mosaici esterni, affacciato sul Canal Grande a San Lio.


I LEGAMI
Gergiev, insomma, si può dire praticamente veneziano. E del resto non sono pochi i legami di Venezia con la Russia, basti pensare che per poco Roman Abramovich non mise casa a San Lio, acquistando quel palazzo Da Mula poi finito ad un avvocato veronese. Senza contare i legami culturali, con gli accordi per portare a San Marco una “dependance” del museo Heritage di San Pietroburgo o con la presenza, in un palazzo delle Zattere, della Vac Foudation del magnate del gas Leonid Mikhelson e di Teresa Iarocci Mavica, ex presidente del padiglione russo della Biennale, molisana trapiantata a Mosca da anni.
Per tornare al maestro Gerviev, il sindaco Luigi Brugnaro non ha commentato la presa di posizione del collega milanese, affidando a un tweet le sue considerazioni. «Da Venezia - ha scritto Brugnaro - una forte condanna all’attacco della Russia all’Ucraina e preoccupazione per le ricadute economiche sul nostro Paese per le ritorsioni che gli Stati occidentali vorranno fare alla Russia. Energia, turismo, esportazioni: il Governo deve seguire bene questo capitolo». Un timore, insomma, legato alle conseguenze delle sanzioni.

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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