VENEZIA - La richiesta, che sa di ultimatum, è arrivata ieri dopo gli attacchi all’Ucraina e dopo il debutto alla Scala de “La dama di picche”: «Abbiano a Milano il maestro Valery Gergiev che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Putin, con il sovrintendente del teatro gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione».
I LEGAMI
Gergiev, insomma, si può dire praticamente veneziano. E del resto non sono pochi i legami di Venezia con la Russia, basti pensare che per poco Roman Abramovich non mise casa a San Lio, acquistando quel palazzo Da Mula poi finito ad un avvocato veronese. Senza contare i legami culturali, con gli accordi per portare a San Marco una “dependance” del museo Heritage di San Pietroburgo o con la presenza, in un palazzo delle Zattere, della Vac Foudation del magnate del gas Leonid Mikhelson e di Teresa Iarocci Mavica, ex presidente del padiglione russo della Biennale, molisana trapiantata a Mosca da anni.
Per tornare al maestro Gerviev, il sindaco Luigi Brugnaro non ha commentato la presa di posizione del collega milanese, affidando a un tweet le sue considerazioni. «Da Venezia - ha scritto Brugnaro - una forte condanna all’attacco della Russia all’Ucraina e preoccupazione per le ricadute economiche sul nostro Paese per le ritorsioni che gli Stati occidentali vorranno fare alla Russia. Energia, turismo, esportazioni: il Governo deve seguire bene questo capitolo». Un timore, insomma, legato alle conseguenze delle sanzioni.