Avm, revoca dell'integrativo per risparmiare
i 26 millioni legati all' emergenza Covid

Mercoledì 27 Gennaio 2021 di Eliso Trevisan
Autobus a piazzale Roma

Per non fallire Avm ha dato disdetta di tutti gli accordi di secondo livello per i dipendenti delle società collegate, Actv, Vela e la stessa Avm: in tal modo risparmierà 26,7 milioni di euro l’anno, oltre a quelli che ridurrà grazie ad un piano più ampio di efficientamento e riduzione dei costi. Gli integrativi continueranno ad essere pagati fino al 31 marzo, per dar modo ad Azienda e Sindacati di trovare un accordo meno costoso e più flessibile dopodiché, in assenza di un’intesa, procederà unilateralmente, anche se, contando sempre di arrivare ad una soluzione condivisa, continuerà a pagare il 10% delle indennità.
GLI OBIETTIVI
Il sindaco e la Giunta ieri mattina hanno dato il via all’operazione proposta dai vertici dell’Azienda del trasporto pubblico imponendo la salvaguardia dei posti di lavoro, nessuno dovrà essere licenziato, il mantenimento della proprietà del Gruppo nelle mani pubbliche di Ca’ Farsetti, e chiaramente la garanzia dei servizi di trasporto pubblico a tutti i cittadini. Per i Sindacati e i lavoratori è stata come una bomba sganciata sulle loro teste e il documento, con il quale Avm ha annunciato a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa-Cisal e Usb l’avvio della procedura per la disdetta di tutti gli accordi integrativi, lascia spazio alla contrattazione ma non alla possibilità di tornare indietro. Anche perché l’intervento varato ieri mattina dall’Amministrazione Brugnaro non basterà da solo a risollevare la situazione del Gruppo, il Governo dovrà finalmente decidersi a far arrivare a Venezia i 40 milioni di euro per il trasporto pubblico promessi da mesi. Il male di Avm è esploso con l’emergenza Covid ma nasce anni fa: già nel 2013, spiega l’Azienda, anche a causa della riduzione del Fondo Nazionale Trasporti, divenne evidente che il turismo aveva portato la manna in città ma anche parecchi problemi: oltre al sovraffollamento e alla dipendenza dell’economia da un solo settore, ha consentito, col passare degli anni, il raggiungimento di un livello qualitativo molto elevato dei servizi di trasporto che, a sua volta, ha determinato l’aumento dell’occupazione e un costante aumento dei costi. Nel 2013, con le prime avvisaglie degli scompensi, si era intervenuti aumentando la produttività, tagliando il numero dei dirigenti, degli impiegati e delle società del Gruppo. Quando all’inizio del 2020 il turismo è improvvisamente scomparso (ma la situazione era già problematica dall’aqua granda di novembre 2019) la situazione è precipitata, e visto che Venezia è vuota ormai da un anno e che la fine del tunnel ancora non si vede, bisogna intervenire in maniera più pesante. Questo, appunto, hanno valutato i vertici Avm e hanno proposto al Comune con un piano che prevede di eliminare le indennità e le regole che erano state concesse man mano che i turisti aumentavano e che il lavoro si faceva più impegnativo e stressante: voci come indennità nebbia, Carnevale, guida tram, guida bus lunghi da 18 metri, reperibilità varie, per l’uso del palmare durante il controllo dei biglietti, per accendere i mezzi e via di seguito saranno quindi cancellate assieme alle regole che consentono riposi e ferie aggiuntivi, turni meno pesanti e varie altre agevolazioni. Le indennità costano ogni anno 16 milioni e mezzo di euro, e le regole costano oltre 8 milioni per l’aumento del numero di dipendenti e 2,2 milioni per l’aumento degli stagionali.
«Le promesse dei ristori da parte del Governo sono state realizzate solo in parte, talvolta solo con artifizi contabili come lo spostamento degli ammortamenti di 12 mesi che non cancellano i 39 milioni di euro in meno in cassa al 31 dicembre scorso; ed è chiaro che una città con vocazione turistica, come Venezia, è stata tra le più colpite dal lockdown e necessita di specifici sostegni - commenta l’assessore alla Mobilità Renato Boraso .- Perciò l’Amministrazione del sindaco Brugnaro ha dato il via al piano aziendale perché siamo certi della ripresa che ci sarà al termine della pandemia da Covid-19».
CITTA’ PARTICOLARE
Tra l’altro continuare ad assicurare il servizio di trasporto pubblico in una città come Venezia è completamente differente da qualsiasi altra città, come spiega l’assessore al Bilancio Michele Zuin: «Il centro storico è un luogo particolare: in terraferma e nelle isole corrono i bus ma qui vanno i mezzi acquei che fino ad un anno fa trasportavano anche milioni di turisti.

E, invece, dallo Stato su 85 milioni in meno di introiti da bigliettazione nel 2020, abbiamo ricevuto solo 32 milioni e, anzi, una parte finanziaria dobbiamo ancora averla. Per cui o agiamo immediatamente oppure, se sarà così anche nel 2021, rischiamo il baratro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci