Lungo il muro che separa israeliani e palestinesi assieme a don Nandino Capovilla

Un viaggio immersivo promosso da Pax Christi

Mercoledì 16 Agosto 2023 di Maurizio Dianese
Lungo il muro che separa israeliani e palestinesi assieme a don Nandino Capovilla

MESTRE - Non è una passeggiata. E dunque bisogna essere viaggiatori veri, e non semplici turisti, per apprezzare i tour messi in campo da don Nandino Capovilla, parroco della Cita di Marghera che, con Pax Christi, organizza ogni anno un pellegrinaggio in Terrasanta. Ma se pensate di fare la bella vita del turista fra una visita al Santo Sepolcro a Gerusalemme e la Chiesa della Natività a Betlemme, passando da un ristorante blasonato a una visita al bazar, allora avete sbagliato "agenzia" di viaggio.

Non che don Nandino eviti di portarvi al Santo Sepolcro, ma la sua Terrasanta è visssuta con occhi diversi. Da prete che pensa. E che vi costringe a pensare.

VIAGGIO IMMERSIVO
Il suo è infatti un viaggio immersivo e forse la parola giusta è proprio pellegrinaggio, togliendogli però il connotato religioso a attribuendogli quello di "viaggio compiuto con sentimenti e propositi di pietà" come recita il Dizionario. Un pellegrinaggio profondo, nell'abisso delle contraddizioni di una terra che pare riassumere i problemi del mondo. A cominciare dalla convivenza pacifica tra popoli che qui pare una utopia. Il pellegrinaggio inizia a Gerusalemme, nel convento delle suore comboniane. È una sistemazione che offre un punto di vista unico: direttamente sul muro dell'apartheid, che isola gli ebrei dai palestinesi. Se siete fortunati la vostra camera sarà a un paio di metri dal muro e dalla torretta armata, un'esperienza unica che si può fare, in alternativa, solo a Betlemme, prenotando una camera nell'hotel di Banksy, il più famoso street artist del mondo. Solo al "The walled off hotel", ma sacrificando il portafoglio, si può vivere l'angoscia di una camera con vista sulla barriera di cemento armato alto 8 metri che per 800 chilometri separa palestinesi e israeliani. E il muro vi seguirà ovunque, presenza spettrale e terrorizzante. Al di là del muro quel che da turisti non potrete vedere, e cioè i campi profughi e i territori occupati da Israele, ai quali si arriva facendo avanti e indietro fra check point blindati. E il punto forte del pellegrinaggio è l'incontro con chi vive in quei posti.

PUNTI DI VISTA
Punti di vista diversi e opposti palestinesi e israeliani che raccontano la storia di una terra contesa a colpi di mitra e di attentati. Alla fine si esce dal viaggio di una settimana come si uscirebbe da un frullatore di idee e immagini, storie e incontri, paesaggi bellissimi e visite a chiese e conventi, villaggi di pastori e città "murate". Imperdibile la visita a Hebron, che mostra nel modo più evidente e drammatico come la paura e l'intolleranza possano produrre mostri come questa città "ridisegnata" dagli architetti del muro. Per questo il pellegrinaggio è un viaggio in assoluto unico nel suo genere. Certo, molto militante, tutto schierato dalla parte dei palestinesi, anche se in questo ultimo viaggio è stato inserito un incontro con il rabbino Roberto Arbib il quale ha detto chiaro e tondo che si sente più sicuro da quando c'è il muro. Un concetto che non è stato condiviso né dai palestinesi, come Issa Amro, incontrati durante il viaggio nei campi profughi né dai giornalisti israeliani come Marwan Barghouti che criticano il governo di di Benjamin Netanyahu, il quale vuole costringere i palestinesi ad andarsene e creare uno stato popolato unicamente da ebrei. In mezzo, fra i due contendenti, dovrebbe esserci l'Occidente, cioè l'Europa e l'America, entrambi, però, "distratti" dalla guerra in Ucraina ragiona don Nandino Capovilla. Il che fa dire al coordinatore di Pax Christi, Norberto Julini, che la Terrasanta è abbandonata a se stessa. Con l'aggravante che la Palestina, a differenza di Israele, non è una democrazia rappresentativa e quindi non ha alcuna possibilità di esprimere una leadership riconosciuta dagli stessi palestinesi. E dunque la chiave della soluzione del problema è e resta in Israele, l'unica democrazia del Medio Oriente, ma oggi alle prese con una involuzione antidemocratica che ancora non preoccupa il Mondo ricordano Capovilla e Julini. Come invece dovrebbe.
 

Ultimo aggiornamento: 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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