Viaggio nell’isola che non ha bambini: l’unica scuola costretta a chiudere

Martedì 11 Maggio 2021 di Costanza Francesconi
A Sant'Erasmo solo quattro bambini: con questi numeri la scuola deve chiudere

SANT’ERASMO -  L’isola c’è, eccome. Sant’Erasmo non incarna la fantastica metafora di Peter Pan. Semmai, quella che mancherà sarà la scuola. Perché con soli 4 alunni per tutti e cinque gli anni di elementari, da settembre la “Vivarini” non esisterà più. Ma senza una soluzione alternativa, Sant’Erasmo perderà per sempre un presidio fondamentale di aggregazione sociale e comunità. Finora, in questo polmone di erte e orti nel cuore della laguna, la scuola era stata gestita con l’unica soluzione possibile: sei alunni, di età diversa, in un’unica classe. Con le due maestre a fare miracoli per insegnare a bambini con esigenze differenti. Ora due di questi andranno alle medie, in altre isole, mentre dalle materne non arriverà alcun “rinforzo”. Resteranno in 4 gli alunni della “Vivarini” e questo vorrà dire la fine della scuola. La notizia in poche ore ha già fatto il giro delle isole della laguna e del centro storico, approdando anche sui commenti accorati della pagina Facebook “Sei di Sant’Erasmo se...”. Solo alcuni giorni fa infatti l’ufficio scolastico di Venezia ha reso nota l’intenzione di smistare tra la “L. Cerutti” di Murano e la “A. Di Cocco” di Burano gli scolari di S.

Erasmo alla dirigente del plesso scolastico, la professoressa Alessandra Artusi. A dolersi della comunicazione sono soprattutto i residenti, che sebbene sappiano come a casa loro la natalità sia in costante discesa, stanno vivendo la notizia come una doccia fredda che spegne l’ennesimo baluardo di vivibilità dell’isola. 


LE VOCI DEI RESIDENTI
«I dati numerici sono innegabilmente impietosi ma sentir parlare di chiusura è un pugno nello stomaco – confessa Stefano Nardin, che dal 2015 al 2018 ha presieduto il consiglio d’istituto comprensivo di Murano e Burano, e dal 2010 ha rilevato la gestione del supermercato “Vignotto”, l’unico presente sulla lingua di terra - Nemmeno il sistema pluriennale adottato ci salverà dal peggio. Nonostante gli studenti vengano già accorpati in un’unica classe indipendentemente dall’età, levando i due che andranno alle medie e non aggiungendone di nuovi in prima elementare, non ci sono i numeri perché la struttura sopravviva». 
Sono invece diverse le mamme del luogo che lavorando a Venezia centro, preferiscono accompagnare i figli la mattina in città e riprenderli nel tardo pomeriggio finito il turno. «Qui non esiste infatti il tempo pieno – precisa Ivana Finotello, 85 anni, nata e cresciuta a S. Erasmo - Da piccolina ho frequentato la “Vivarini” come i miei fratelli. Se non ci fosse più sarebbe un vero peccato. Eravamo in tantissimi iscritti ma con il passare degli anni, i giovani isolani hanno cominciato a trasferiti sempre prima a Jesolo, Cavallino-Treporti, o Punta Sabbioni per mettere su famiglia. Ora saremo al massimo in seicento abitanti e per la maggior parte anziani - rileva -. Con questi presupposti fatico a immaginare il futuro della vita sull’isola». 
«Quella di Sant’Erasmo senza più la sua scuola è davvero una brutta faccenda – aggiunge la signora Giosetta - Ricordo quando in classe di mia figlia, che ora ha 57 anni, erano in 29. Finirà tutto, ci toglieranno sempre più mezzi di trasporto e la popolazione scomparirà». 


LA GESTIONE
Tra i motivi della scelta ipotizzati, le spese di gestione. «Due maestre, un bidello, il giardiniere – medita Silvano Salso, ex studente e da più di sessant’anni residente all’imbocco di quella via de la Passaora che termina proprio al cancello dell’istituto - Può darsi la struttura, se poco frequentata, costi troppo al Comune. Ha solo una trentina d’anni però, e se chiude deperirà come tutto qui. Spero S. Erasmo rinasca ma non vedo sostanza». 
«Un’ingiustizia – sbotta invece la signora Antonietta – che dipende dalle mamme». E proprio loro si dividono tra chi per comodità predilige le elementari veneziane e chi avvalorA la qualità specifica dell’infanzia sull’isola. «Sono educatrice a Murano e vivo da sempre a S. Erasmo – racconta una neo mamma, classe 1988, di nuovo in dolce attesa - Ho fatto anche io una pluriclasse e l’attenzione che in 5 compagni abbiamo ricevuto è stata sicuramente più elevata che in altre realtà di classi sovraffollate. Insieme a mio marito, come giovane coppia, abbiamo oltretutto investito stabilendoci qui, sapendo di avere la scuola a due passi da casa e per ogni evenienza la zia o la nonna. In agosto mi nasce il secondo e sono in pensiero per questo cambiamento – evidenzia - Mancano servizi per la cittadinanza e con questo colpo, oltre a perdersi la socialità dei bimbi nati sul posto, muore un pezzo dell’isola». 

Ultimo aggiornamento: 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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