Il mistero della morte di un paziente in Psichiatria con botte e fratture: due infermieri sotto inchiesta per omicidio

Mercoledì 27 Settembre 2023 di Gianluca Amadori
Il mistero della morte di un paziente in Psichiatria con botte e fratture: due infermieri sotto inchiesta per omicidio

VENEZIA - È morto una settimana fa in ospedale, a Venezia, due giorni dopo essere stato ricoverato nel reparto di Psichiatria. E ora sotto inchiesta sono finiti due infermieri di 29 e 45 anni: nei loro confronti non viene formulato il tipico reato colposo, conseguente ad un errore sanitario, ma la più grave ipotesi di omicidio preterintenzionale in quanto si sospetta che il paziente, Bruno Modenese, 45 anni, residente sull’isola di Pellestrina, sia deceduto a seguito di lesioni inferte volontariamente, probabilmente nel corso di un’azione di contenimento dei suoi modi aggressivi, ma senza l’intenzione di uccidere.
A giustificare l’iscrizione sul registro degli indagati vi sarebbero le testimonianze raccolte dalla pm che coordina le indagini, Daniela Moroni, secondo le quali ci sarebbe stato un intervento per fermare Modenese che, andato in escandescenze al momento di un’iniezione, si era scagliato contro un medico. Estraneo all’episodio il personale deputato a garantire la sicurezza all’interno dell’ospedale.
Cauto il procuratore, Bruno Cherchi: «Aspettiamo l’esito della consulenza medico legale per capire cosa sia successo e, di conseguenza, accertare le eventuali responsabilità».


L’ESPOSTO
A sollecitare l’apertura di un’inchiesta sono stati i genitori della vittima, i quali chiedono chiarezza sulle ultime ore del figlio: «Presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale», si legge nell’esposto presentato in procura. 
Ieri mattina, al Palazzo di giustizia di Venezia i due indagati sono stati convocati per partecipare al conferimento dell’incarico relativo all’autopsia sul corpo della vittima. Le operazioni peritali prenderanno il via il prossimo 5 ottobre: ad occuparsene sono stati incaricati la dottoressa Barbara Bonvicini e il dottor Guido Bissolotti, i quali avranno tempo 90 giorni per accertare le cause della morte e «se la stessa sia riconducibile a condotte di natura violenta».
I legali dei familiari della vittima, gli avvocati Renato Alberini, Augusto Palese, Gianluca De Biasi e Paolo Vianello, hanno nominato i medici legali Antonello Cirnelli e Gianni Barbuti; il difensore di uno degli indagati, l’avvocata Maria Bonaccorso, ha affiancato al perito della procura il dottor Andrea Porzionato. Il secondo indagato, assistito dall’avvocato Luca Mandro, si è nominerà nei prossimi giorni un esperto di propria fiducia.
L’Ulss 3 ha ricordato che il personale sanitario ha un’apposita preparazione e ben definiti protocolli operativi, rimettendosi con fiducia alle valutazioni della magistratura, a cui consegnerà gli esiti delle verifiche effettuate dalla Commissione interna.

Nel confidare «che possa essere confermato il corretto operato dei suoi sanitari», l’azienda sanitaria annuncia che «adotterà ogni provvedimento in suo potere, fino a costituirsi parte civile al processo», nel caso in cui emergessero «azioni non coerenti con i protocolli di gestione del paziente».


STATO DI ALTERAZIONE
Figlio di pescatori, Bruno Modenese si era dedicato a questa attività per poi lasciare il lavoro in quanto riconosciuto invalido al cento per cento: da tempo era in cura al Centro di salute mentale.
La sera di sabato 16 settembre, dopo aver mangiato la pizza con i genitori (con sui sarebbe dovuto partire il giorno seguente per una vacanza) era passato a salutare gli amici al bar, dove si è sentito male. All’arrivo dell’ambulanza, l’uomo vi è salito di propria volontà ed è arrivato al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri «perché manifestava uno stato di alterazione e di aggressività». Il giorno seguente al padre fu detto che Bruno si trovava in terapia intensiva, «sedato, in quanto agitato e “respirava male”, ma che tutto era sotto controllo». In una telefonata successiva fu invece prospettata una situazione ben peggiore: «coma, dopo un arresto cardio-circolatorio». 
Il decesso è avvenuto la sera di martedì 19 settembre.
 

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 21:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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