Graziano, il manager padovano che cerca pianeti sconosciuti per la Nasa

Mercoledì 23 Dicembre 2020 di Vittorio Pierobon
Graziano Chiaro
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PADOVA - Dopo la laurea in Fisica è volato negli Stati Uniti, dove, a Washington, lo aspettava un contratto alla Nasa, l'Agenzia governativa che cura i programmi spaziali degli Stati Uniti. Una bella partenza per un neolaureato che allora aveva 65 anni. Era il 2017 e per Graziano Chiaro, padovano di nascita, ma ora residente alternativamente tra Venezia e Cortina, cominciava la seconda vita. Nella prima, si era laureato in chimica nel 1981 ed aveva avuto una brillantissima carriera: top manager nel settore della biochimica e docente universitario in marketing e management. 
Ma la grande passione era sempre stata l'astrofisica. «Era un amore che mi portavo dentro sin da bambino, guardare attraverso il telescopio mi ha sempre affascinato. Poi, i casi della vita mi hanno portato ad occuparmi di tutt'altro. Ho lavorato come manager industriale nel settore della biochimica per grandi multinazionali, ho girato il mondo, dagli Stati Uniti a Taiwan, ho raggiunto ruoli di prestigio, ma sentivo che mi mancava qualcosa, non avevo fatto quello che più desideravo. Nel 2014, a 62 anni, mi sono detto che era il momento di decidere, poiché non c'era più tempo da perdere. Ho ripensato ad una frase che diceva mio padre in dialetto: Se ti sta sempre drio, no ti passi mai davanti . Mi sono dimesso dall'azienda per cui lavoravo e ho fatto domanda di ammissione alla Scuola di dottorato di ricerca in Fisica dell'Università di Padova, la stessa dove mi ero già laureato nella prima vita». 
CAMBIAMENTI RAPIDI

Il 2014 è stato l'anno dei grandi cambiamenti per Chiaro, oltre al ritorno all'università, ha deciso di sposarsi con Lorena Vianello, un'artigiana del vetro di Venezia. «Non c'è nessuna connessione tra i due eventi, certo il 2014 è stato un anno di svolta per me». La seconda vita, appunto. Il dottor Chiaro racconta con grande trasporto la sua storia, in collegamento Skype da una Cortina coperta di neve: «Nel nostro settore è normale dialogare a distanza, anche il telescopio si usa analizzando i dati su computer. Il lockdown in questo senso non ci ha penalizzato, io in questo periodo sono bloccato in Italia, ma costantemente in contatto con i colleghi in varie parti del mondo. E le nostre ricerche proseguono». Tornare all'università in età più che matura è stata una prova di coraggio. «Confesso che avevo un po' di timore. All'inizio, quando entravo in aula, gli altri studenti si alzavano in piedi, perché mi scambiavano per un professore. Ma è andato tutto bene. Nel 2017 mi sono laureato. La proclamazione è avvenuta nell'Aula Magna del Bo. Ero più emozionato della prima volta». 
NEGLI USA

La carriera bis di Chiaro, in realtà, era iniziata prima della laurea, perché aveva già ottenuto una collaborazione con il Goddard Space Flight Center, il centro ricerche NASA a Washington e un'altra con il dipartimento di astrofisica all'università di Stanford. La laurea costituiva un passaggio burocratico, più che un marchio di qualità. Certo, iniziare un nuovo lavoro, e di quel calibro, in un'età in cui normalmente si va in pensione, costituisce una bella sfida. «Effettivamente questo in apparenza rappresentava un altro ostacolo, avevo timore di essere guardato con sospetto: cosa ci fa questo veciotto in mezzo a tanti giovani ricercatori e grandi scienziati? In realtà nel mondo della scienza non ti giudicano per quello sei, ma per quello che sai. C'è un criterio di meritocrazia e l'età non conta. Per me non è mai stato un problema». E la carriera da astrofisico di Graziano Chiaro è proseguita alla grande. Attualmente è in staff all'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano, collaborando con scienziati del calibro di Patrizia Caraveo e del compianto Giovanni Bignami, gli scopritori della stella Geminga. È membro della Collaborazione internazionale che studia le sorgenti cosmiche ad altissima energia, osservate attraverso il satellite spaziale Fermi e su queste ricerche ha pubblicato una decina di articoli su riviste scientifiche. 
IL CIELO

Oltre allo studio delle galassie a nucleo attivo, Graziano Chiaro, in collaborazione con ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, è coinvolto in progetti di ricerca di segnali di vita extra terrestre attraverso lo studio dei pianeti extrasolari e della possibile abitabilità di questi mondi. «È un lavoro che faccio con grande passione. Guardare il cielo è fantastico, appena finirà questo maledetto Covid andrò in Cile a lavorare con i telescopi di El Paranal, i più grandi del mondo». Ma cosa cerca l'astrofisico Graziano Chiaro nel cielo? «Altre forme di vita! Assieme ai colleghi del mio team valutiamo l'abitabilità in altri mondi. Sono già stati scoperti 5mila pianeti che potenzialmente sono abitabili, 60 di questi hanno forte probabilità di poter ospitare forme di vita. Ma siamo solo all'inizio. È come se stessimo guardando l'universo dalla porta di casa». Lo scienziato parla un linguaggio semplice ed usa metafore accessibili a tutti. Ma quanto lontani sono i mondi che vediamo dalla porta di casa? «Parliamo di circa 40 anni luce, però ce ne sono altri che distano un milione di anni luce. Per ora ci concentriamo su quelli più vicini, inutile voler andare a Milano, se non arriviamo nemmeno a Teolo. Dobbiamo aspettare».
NESSUN LIMITE

Nel suo palmares anche la scoperta di un corpo celeste. Si chiama TX149+710 l'oggetto che ha inquadrato attraverso il telescopio: «C'era una probabilità statistica bassa che fosse un oggetto. I miei colleghi erano scettici, ma io ho voluto insistere con il telescopio e alla fine ho avuto ragione. Nello spazio c'è qualcosa di mio». 
L'astrofisico parla con l'entusiasmo di un giovane ad inizio carriera e guarda lontano. Nelle sue parole si intuisce l'orgoglio per aver raggiunto il traguardo sempre sognato e la soddisfazione per i risultati conseguiti. «Non dobbiamo porci limiti, la ricerca scientifica ha bisogno anche della passione. Oltre che razionali, bisogna essere un po' visionari. Penso ai risultati straordinari che sta ottenendo Elon Musk, il pioniere dei voli privati nel spazio. Il mondo va avanti grazie a questi uomini. Io cerco di dare il mio contributo. Sono arrivato tardi, ma non intendo fermarmi». Graziano Chiaro non pensa alla pensione: «È una definizione che non mi piace. Al massimo possiamo parlare di anzianità attiva». E lui la passa cercando altri mondi dove andare a vivere. Forse nella terza vita. 
Vittorio Pierobon 
(vittorio.pierobon@libero.it)
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