Arrivano 100 milioni per il Mose, ma l'opera non verrà azionata per i big del G20

Giovedì 1 Luglio 2021 di Roberta Brunetti
Il Mose in funzione
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VENEZIA - Cento milioni per avviare il Mose. Tanto vale il cosiddetto “piano di avviamento” della grande opera, che ieri è finalmente arrivato sul tavolo del comitato tecnico del Provveditorato alle Opere pubbliche. La proposta del Cnv è stata sostanzialmente approvata, con qualche richiesta di integrazione. Un via libera importante che dovrebbe rimettere in moto la macchina dei lavori con un’iniezione di liquidità, consentendo una serie di pagamenti anche a breve. Intanto, però, tutto resta fermo nei cantieri. E anche i sollevamenti dimostrativi che dovevano essere organizzati per i grandi del G-20 non si faranno. Addio pure all’annunciata cena sull’isola artificiale, persino alla visita ai cantieri alle bocche di porto.

Programmi prefigurati per mesi, ora drasticamente ridimensionati, vuoi per ragioni di sicurezza, vuoi soprattutto per lo stato di impasse in cui si trova il Mose.


I 100 MILIONI IN ARRIVO
Nel percorso accidentato della grande opera il piano di avviamento approvato ieri è comunque un passo in avanti importante. I 100 milioni sono per un anno di attività varie di avviamento, da oggi in poi. Tra queste, i costosi sollevamenti delle paratoie, in parte già effettuati dal Cvn e che non erano stati rimborsati dal Provveditorato proprio per la mancanza del piano. Con l’approvazione di ieri ora questo sarà possibile. E i soldi daranno un po’ di respiro alle casse del concessionario.


SLITTA LA FINE LAVORI
Il tassello di un’operazione più complessa di ridefinizione dei rapporti tra concedente e concessionario, ovvero tra Provveditorato e Cvn, che sarà definita dal settimo (e a questo punto ultimo) atto aggiuntivo. Al lavoro sul testo, già da qualche settimana, ci sono gli avvocati delle parti: l’avvocato dello Stato, Stefano Maria Cerillo, il consulente legale del liquidatore del Cvn, Massimo Miani, l’avvocato Stefano Ambrosini, e anche lo storico legale del Cvn fin dai tempi di Mazzacurati, l’avvocato Alfredo Biagini, ora consulente delle consorziate. Il nuovo atto dovrebbe contenere una sorta di “transazione” sul passato: il Provveditorato rinuncerebbe ad alcune contestazioni su ritardi e lavori fatti male, le imprese ad altrettante critiche sul progetto. Un modo per sanare almeno una parte del contenzioso. L’unica certezza è che entro luglio - questo l’impegno di tutti - il nuovo accordo dovrà essere sottoscritto.
A quel punto si conoscerà anche il cronoprogramma aggiornato del Mose, con la nuova data di fine lavori. Girano varie ipotesi. La più probabile è che la conclusione delle opere alle bocche di porto slitti di anno: dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 22, con alcune attività che si trascineranno anche per i primi sei mesi del 2023. Per le opere del sistema Mose, invece, gli interventi ambientali del cosiddetto piano Europa, scadenze ancora più lontane: tra 2023 e 2024.


L’ATTO PER LA BASILICA
Intanto il comitato di ieri ha approvato anche l’atto per l’affidamento dei lavori di messa in sicurezza della Basilica di San Marco dalle maree intermedie con l’ormai famosa barriera provvisoria in lastre di vetro. Intervento assegnato, al termine di un tormentone infinito, al Cvn che, a sua volta, lo affiderà alla sua consorziata Kostruttiva. Ma serviva un ennesimo passaggio in comitato prima della firma del contratto e dell’avvio dei lavori. I tempi sono sempre più stretti: 90 i giorni previsti per il cantiere, al limite con la stagione delle acque alte.


I SOLLEVAMENTI
In comitato si è parlato anche dei prossimi sollevamenti del Mose. Probabilmente si terranno a fine mese, comunque dopo l’udienza del 20 luglio per la ristrutturazione del debito del Cvn. Se in quella sede si arriverà all’atteso accordo, le imprese torneranno al lavoro e si potranno riprendere anche le movimentazioni delle paratoie. A spingere c’è la Procura della Corte dei conti che deve completare i suoi accertamenti sull’usura delle parti metalliche dell’opera e valutare le eventuali responsabilità erariali. I sub della Guardia di Finanza hanno un piano dettagliato su cosa andare a cercare per fare chiarezza.
Niente sollevamenti, invece, per gli ospiti del G-20. E pensare che la visita-dimostrazione doveva essere una sorta di biglietto da visita per l’Italia. Così era stata pensata alla fine dell’anno scorso, quando il Governo aveva scelto la sede veneziana. Il sindaco Luigi Brugnaro lo aveva scritto anche nella sua nota di ringraziamento: «Sarà l’occasione per far conoscere al mondo la specialità di Venezia e per mostrare la grande opera infrastrutturale del Mose». Di qui l’idea della visita, con cena e sollevamento il 10 luglio. Niente da fare. In questi giorni si sta valutando se organizzare per gli ospiti una sorta di presentazione dell’opera. Meglio che niente, si vedrà...

Ultimo aggiornamento: 07:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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