MIRA - L'ultima parola la diranno gli esami istologici sui tessuti e sui vasi sanguigni. Ma la strada indicata dall'autopsia svolta ieri dal dottor Guido Viel è quella che non ci sia alcuna correlazione tra il vaccino anti-Covid e la morte di Alessandro Cavarretta, il cinquantunenne di Mira morto sabato scorso tre giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer.
Sul caso il pm Giovanni Gasparini ha aperto un fascicolo d'inchiesta dopo l'esposto presentato dall'avvocato Matteo Scussat per conto dei parenti del cinquantunenne.
L'AUTOPSIA
Nel quesito con il quale conferiva l'incarico dell'esame necroscopico, il pm chiedeva al medico legale della procura - assistito nell'esame dal dottor Carlo Moreschi di Udine, consulente per parte della famiglia della vittima - di indagare tutti i vasi sanguigni, i tessuti, prelevarne in parte e poi svolgere esami istologici di laboratorio per fugare ogni dubbio.
Se per questi ultimi si dovrà attendere alcune settimane, l'autopsia di ieri ha indicato come la causa della morte di Cavarretta sia di natura cardiaca (e sul cuore verranno fatti altri accertamenti) mentre non erano presenti segni di trombosi a nessun livello, nemmeno periferico: un risultato che porta a escludere una trombo-embolia, che se evidenziata avrebbe (in qualche modo) messo sotto accusa il vaccino.
Al momento, però, l'indagine della magistratura veneziana è senza reati né indagati.
IL CASO
Il 18 agosto Alessandro Cavarretta si era presentato al drive trough della frazione di Oriago per iniziare il percorso di immunizzazione con il vaccino Pfizer: già nella stessa serata la febbre alta, all'indomani l'edema esteso alle gambe, quindi la lingua gonfia. Fino alla mattina di sabato scorso, alla difficoltà a svegliarsi e alla chiamata disperata al 118 da parte della madre.
Inutili i tentativi di rianimazione, iniziati da subito dal fratello Antonio guidato al telefono da un operatore del Suem in attesa dell'arrivo dei sanitari.