Muore a 51 anni tre giorni dopo la prima dose di Pfizer, l'Usl avvia indagini urgenti

Mercoledì 25 Agosto 2021 di Monica Andolfatto
Alessandro Cavarretta
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VENEZIA - Si sottopone alla prima dose di vaccino mercoledì 18 agosto, muore tre giorni dopo a 51 anni: la famiglia, sotto choc, presenta una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Venezia. Nessuno accusa nessuno al momento, ma i congiunti di Alessandro Cavarretta residente a Mira sulla Riviera del Brenta esigono chiarezza e si sono rivolti a un legale, l’avvocato mestrino Matteo Scussat, per essere assistiti e trovare una spiegazione a quanto successo.

Spetterà ora alla magistratura valutare le carte e nel caso aprire un fascicolo e disporre l’autopsia per verificare se ci possa essere una correlazione tra l’inoculazione del vaccino e il decesso.

LA RICOSTRUZIONE
Avviene tutto la scorsa settimana. Mercoledì mattina Cavarretta si reca al “drive through” allestito dall’Ulss 3 Serenissima nella frazione di Oriago per la somministrazione della prima dose di vaccino: a lui tocca il Pfizer. Rientra a casa e stando al racconto di madre e fratello, accusa di lì a poco un innalzamento repentino della temperatura corporea, tanto che alla sera la febbre arriva a 39. Al mattino la situazione si complica con arti inferiori gonfi e debolezza generale. L’edema alla gambe è talmente esteso e dolorante da creargli difficoltà nel camminare. Di qui la decisione, accompagnato dalla madre, di farsi visitare dal medico curante recandosi nel suo ambulatorio: valutata la sintomatologia, il dottore gli prescrive un diuretico che il paziente assume come da indicazioni.

I SOCCORSI
Sabato mattina, 21 agosto, tutto precipita: Cavarretta non riesce a svegliarsi, la madre cerca di scuoterlo ma senza risultato. Allora allerta il fratello e alcuni amici che comprendono che la situazione è grave e si accorgono che l’uomo ha anche la lingua gonfia. La chiamata al 118 è disperata. 
È lo stesso fratello che in attesa dei soccorsi gli pratica il massaggio cardiaco come da istruzioni che gli vengono impartite per telefono dalla centrale operativa del Suem per non sprecare tempo prezioso. 
Quando gli operatori sanitari arrivano sul posto continuano con la rianimazione, non si danno per vinti, ma non c’è nulla da fare. Il medico del 118 nella constatazione di decesso certifica che la morte è sopravvenuta per arresto cardiocircolatorio e respiratorio dopo trenta minuti di manovre rianimatorie, intubazione tracheale, ventilazione.

IL DOLORE
Ieri, come detto, la decisione sofferta di rivolgersi all’autorità giudiziaria lagunare per avere una risposta certa rispetto ai fatti avvenuti, alla loro evoluzione, alla loro concatenazione: saranno molti gli aspetti da valutare anche dal punto di vista clinico, come ad esempio la presenza o meno di patologie pregresse o in corso che possano avere avuto un peso nella tragedia. 
Rispetto a questa dolorosa vicenda l’Ulss 3 Serenissima fa sapere che è disponibile a ogni collaborazione, perché sia fatta piena luce sull’episodio e si stringe ai familiari.
E in una nota dichiara: «Nell’interesse della campagna vaccinale in corso, andrà fatta ogni verifica su eventuali collegamenti - sui quali ogni valutazione è al momento prematura - tra la somministrazione del vaccino, la sintomatologia nei giorni successivi e infine l’esito infausto».
 

Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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