Porta Gialla a San Giuliano, il bar ristorante abbandonato: solo ruderi e un inquilino fantasma

Venerdì 12 Marzo 2021 di Fulvio Fenzo
Porta Gialla a San Giuliano, il bar ristorante abbandonato: solo ruderi e un inquilino fantasma

MESTRE C'era una volta il Porta Gialla, uno dei luoghi di ritrovo della città immerso nel verde del parco di San Giuliano. Oggi, di quelle strutture, seppure prefabbricate, sono rimasti solo dei ruderi abbandonati, tra l'altro nemmeno recintati e accessibili a chiunque e che, se non ci fossero gli agenti della polizia locale che, a più riprese, passano a controllare in zona, si sarebbero trasformati nell'ennesimo bivacco di sbandati e tossicodipendenti.

Anche se, a quanto pare, qualcuno che ci vive dentro ci sarebbe tuttora, con tanto di abiti lavati stesi fuori ad asciugare.


LA DENUNCIA

Chiara Lattaruolo ha preso la macchina fotografica e si è addentrata nel capannone, postando poi le immagini che vedete in questa pagina sul gruppo Facebook Mestre Mia e scatenando una discussione con centinaia di commenti. «Ho avuto paura ad entrare - racconta -, ma l'area è praticamente aperta e posso immaginare cosa possa succedere ad un bambino o a una donna sola. Lì dentro è il disastro: vetrate rotte, cartongessi forati per rubare il rame, sporcizia... Quel posto era un'isola felice per i mestrini e fa male al cuore vederlo così. Ora, di sicuro, c'è qualcuno che ci vive all'interno, perché ci sono delle prove evidenti... Mi chiedo perché il Comune abbia lasciato che un pezzo del suo patrimonio finisse in queste condizioni».


I CONTROLLI

Di certo la storia del Porta Gialla è tutta in caduta libera. L'edificio che conteneva il bar-ristorante era stato autorizzato nel 2006 in via del tutto provvisoria dalla Sovrintendenza ai beni ambientali, poi prorogata anno dopo anno. Ma gli affari per i vari gestori non sono andati tutti benissimo, con l'ultimo costretto ad abbandonare nel 2018 (lasciando svariate morosità) nonostante il contratto scadesse nel 2020. E poi, nel 2019, un incendio per un probabile cortocircuito ha ulteriormente devastato i locali.


«I nostri agenti sono passati anche stamattina - spiegava ieri il commissario capo della Polizia locale, Gianni Franzoi -. Il Porta Gialla è uno dei 145 siti della città che, attraverso il progetto Oculus, monitoriamo costantemente per evitare accampamenti o l'esplodere di situazioni di degrado. È una situazione simile a quella dell'ex serra Cianchi vicino al cimitero: finché non si procederà con una riqualificazione radicale ci sarà sempre qualcuno che entra all'interno. Noi cerchiamo di contenere queste situazioni e, avendo azzerato tutti gli insediamenti permanenti, mi sembra che ci stiamo riuscendo».


L'INQUILINO

Una persona, come confermano alcuni testimoni della zona, comunque vive da qualche tempo all'interno del Porta Gialla. «Non dà problemi, anzi, è uno che lavora - raccontano in zona -. Va via alla mattina e ritorna alla sera, sempre in condizioni dignitose. Quello che non è dignitoso è lasciare in piedi questo rudere che, ormai, non si può più nemmeno sistemare». 


«Dopo i problemi con l'ultimo gestore - dicono da Ca' Farsetti - sono stati risolti i contenziosi e si è tentato di procedere con la ricerca di altri privati volonterosi intenzionati a rilevare il Porta Gialla. Un'operazione che era già difficile in tempi normali, ma poi l'emergenza Covid non solo ha bloccato tutto, ma ha reso quasi impossibile trovare qualcuno disposto ad imbarcarsi in un'avventura del genere». Senza contare che quel permesso provvisorio della Soprintendenza era dato per scaduto nell'aprile dell'anno scorso. La strada più ovvia (visto che le strutture sono devastate) sarebbe quella di demolire tutto ed eventualmente ripartire da zero. O, almeno, recintare l'area.
 

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