Rapina al Valecenter. «Ho detto "Prendete me" ma non è un gesto eroico», parla la commessa che si è offerta in ostaggio al posto della collega

Venerdì 9 Febbraio 2024 di Giulia Zennaro
Rapina al Valecenter. «Ho detto 'Prendete me' ma non è un gesto eroico», parla la commessa che si è offerta in ostaggio al posto della collega

MARCON - «Vi prego, lasciatemi andare, ho paura, non voglio venire con voi». La voce che trema, le lacrime e il terrore di Giorgia sono stampati nella mente di Federica L., la commessa della Gioielleria Valenza che si è offerta come ostaggio al posto della collega nel corso della rapina che ha tenuto in scacco il centro commerciale Valecenter di Marcon.

Fin da quando la notizia dello “scambio di ostaggi” ha iniziato a trapelare, già nella serata di mercoledì, tutti si riferiscono a lei come “la commessa eroica” ma lei, umilmente, rifiuta questa definizione: «Quello che ho fatto io l’avrebbe fatto chiunque». 

Federica parla al citofono dalla sua casa a Zelarino. Non se la sente di uscire, «Vorrei prima parlare con l’azienda, mi sembra giusto così», dice. 

Federica, il suo responsabile di negozio ha speso parole molto belle per lei e per il suo gesto.

«Tutti continuano a ripetermi che sono stata coraggiosa, che ho commesso un gesto eroico. Io penso, e lo dico con modestia, che quello che ho fatto io l’avrebbe fatto chiunque. Ho visto una persona in difficoltà, una ragazza molto più giovane di me, che piangeva, tremava e si buttava per terra per la paura e ho provato l’impulso di aiutarla».

Un istinto protettivo, si può dire. 

«Certamente, chi non aiuterebbe un’altra persona in difficoltà? Ma ho anche pensato, per quanto si possa pensare in situazioni del genere, che era meglio se facevamo quello che ci dicevano i rapinatori restando lucide. Per questo ho cercato di assecondarli consegnandogli la merce: ma quando hanno preso Giorgia mi ha fatto tenerezza».

Quando ha visto i rapinatori, che cosa ha pensato? 

«Lì per lì, sono sincera, pensavo si trattasse di uno scherzo. Quando sono entrati, coi passamontagna e le armi in pugno, urlando “Questa è una rapina!” gli ho risposto “Dai, è uno scherzo!”, dandogli un buffetto sulla spalla. Ma loro mi hanno strattonato gridando “Non è uno scherzo, dacci tutto e sbrigati”. E mentre gli consegnavo la merce dalle vetrine e dai cassetti gli ho detto che non dovevano mettermi fretta perché anche io ero agitata». 

Doppio sangue freddo: potevano reagire male... 

«Una delle due doveva restare lucida. Giorgia è andata nel panico, soprattutto quando l’hanno presa dicendole “Ora tu esci con noi”. Vedendola in lacrime che tremava ho detto subito “No, se esce lei esco anche io, non la lascio da sola. Prendi me al posto suo”. Loro l’hanno lasciata andare e mi hanno preso di peso e portato fuori.

Cosa ha provato mentre era in balia dei rapinatori? 

«Ho pensato che l’unica cosa importante era che non facessero del male a me o a Giorgia. Mi hanno portato fuori di peso e mi hanno detto di restare immobile, mi sono seduta perché mi cedevano le gambe. Hanno caricato la macchina e sono fuggiti».

La voce di Federica tradisce l’emozione ma anche il sangue freddo di una professionista che, pur nella sua lunga carriera, non aveva mai fronteggiato un evento simile. 

«Ho lavorato in molte gioiellerie, sempre per brand importanti. Ma non mi era mai successo prima di affrontare dei banditi armati. Mi è capitato qualche piccolo furto, il ragazzino che entra e si porta via la collanina, o trovare la mattina il negozio svaligiato durante la notte con le vetrine spaccate, ma mai nulla del genere».

Ora tutti vogliono parlare con l’eroica commessa che si è offerta come ostaggio al posto della collega. 

«Mi chiamano tutti da due giorni ma io per ora preferisco non parlare troppo, anche per rispetto della mia azienda, per la quale lavoro da pochissimo. La sera della rapina ho visto il sindaco di Marcon, Matteo Romanello, che parlava con Giorgia perché era ancora abbastanza scossa ma non mi sono fatta avanti come parte lesa, preferisco la riservatezza. Sono ancora molto agitata, sono sincera, ho la tachicardia e per adesso preferisco stare a casa a riposare. Ci sarà tempo per raccontare la mia storia».

 

Ultimo aggiornamento: 19:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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