VENEZIA - Un anno e dieci mesi di reclusione per aver maltrattato la ragazza con la quale intratteneva una relazione sentimentale e per averla poi perseguitata nel momento in cui questa decise di mettere fine al tormentato rapporto.
È la condanna inflitta ieri mattina dal giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Luca Marini, ad una ventitreenne di origini brasiliane, residente a Venezia, la quale pochi mesi fa, è finita in carcere in relazione a questa vicenda, in esecuzione di una misura cautelare, con le accuse di maltrattamenti in famiglia, rapina, stalking e sfruttamento della prostituzione.
DANNEGGIAMENTI IN CARCERE
La ragazza dovrà però essere processata anche per aver devastato, in un paio di occasioni, le strutture del carcere femminile della Giudecca, episodi per i quali sono stati aperti due fascicoli d'inchiesta. A conclusione dell'udienza di ieri mattina, il difensore della ventitreenne, l'avvocato Gianbattista Zatti ha espresso la sua preoccupazione in relazione alla sorte che aspetta la sua assistita, che non ha una residenza nella quale andare dopo la remissione in libertà, auspicando che i servizi sociali del Comune la prendano in carico trovando per lei una sistemazione, anche in considerazione del fatto che è incinta all'ottavo mese.
Nel carcere della Giudecca negli ultimi mesi hanno fatto fatica a gestire la ragazza, che in più occasioni si è comportata in maniera violenta, sfogando la rabbia contro tutto ciò che si trovava alla sua portata.
Dal processo di ieri è emerso che la violenza aveva contraddistinto anche il rapporto intrattenuto con una coetanea veneziana che, secondo l'imputazione formulata dal pm Fabrizio Celenza, era stata anche costretta a prostituirsi per potersi guadagnare da vivere quando entrambe avevano perso il lavoro. Violenza proseguita anche dopo la rottura della relazione, con comportamenti persecutori a seguito dei quali l'ex compagna è stata costretta a sporgere querela.
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