La mossa del liquidatore Miani: il Consorzio Venezia Nuova “taglia” i consulenti

Martedì 5 Gennaio 2021 di Roberta Brunetti
Il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani

VENEZIA - Le lettere sono datate 31 dicembre, partite nel pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno. Per comunicare la «recessione immediata» dei contratti dei consulenti del Consorzio Venezia Nuova. Una mossa in qualche modo attesa, quella del commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova, Massimo Miani. Ma che per le modalità - senza preavviso agli interessati, inviata l’ultimo giorno dell’anno - ha spiazzato e sta facendo discutere. E già si annunciano i primi ricorsi al giudice del lavoro. Che Miani volesse alleggerire il costoso parco consulenti di Cvn e Comar, lo si sapeva. Lo aveva detto anche ai sindacati, nell’incontro avuto dopo il suo insediamento, preannunciando che avrebbe mantenuto solo qualche consulenza legale e sarebbe ricorso, per il resto, alle risorse interne. Vecchia richiesta - questa della valorizzazione dei dipendenti - proprio dei sindacati. Ora il liquidatore è passato ai fatti. Visto che «Cvn e Comar, non da oggi, versano in condizioni di oggettiva difficoltà finanziaria» - scrive nella lettera - «necessario e indifferibile» è il «controllo dei costi». Che passa appunto per il taglio delle «consulenze non necessarie ed economicamente onerose».
POSIZIONI VARIE
Ieri Miani non ha rilasciato dichiarazioni, né dal Cvn è arrivata alcuna nota ufficiale su quella che appare come la prima iniziativa di peso del commissario liquidatore. Che così resta avvolta dall’ufficiosità, almeno per ora. Il parco consulenti del solo Cvn, nel 2019, era costato circa 2 milioni di euro, a cui andavano sommati i compensi degli amministratori straordinari (240mila euro a testa). Una gamma varia di professionisti e società per l’area tecnica, quella legale e quella amministrativa, per un totale di una trentina di voci. Qualcuno, in realtà, se n’era già andato, come gli avvocati che collaboravano con l’amministratore straordinario, Giuseppe Fiengo, dimessosi a novembre. Ora, con le recessioni di Miani, se ne dovranno andare professionisti come il giuslavorista Antonio De Fusco, chiamato per la riorganizzazione del personale, o come gli ingegneri Francesco Cefis e Sara Lovisari, stretti collaboratori dell’ex amministratore straordinario, Francesco Ossola.
Sul destino di quest’ultimo, invece, formalmente decaduto da amministratore, ma ancora presente in Cvn, non ci sarebbero novità. Prima di Natale, la commissaria al Mose, Elisabetta Spitz, aveva chiesto a Miani di affidargli un contratto di super consulenza, scatenando una serie di proteste. Ora, tra le ipotesi allo studio, ci sarebbe anche quella di inserirlo tra i collaboratori della stessa commissaria.
RICORSO IN ARRIVO
In questo quadro confuso, pare certo solo il ricorso al giudice del lavoro del consulente che si occupava dei rapporti con la stampa, il giornalista Antonio Gesualdi, anche lui raggiunto dalla lettera di recessione. Il suo contratto da 80mila euro l’anno, che sarebbe scaduto a fine 2021, prevedeva tre mesi di preavviso e sei pagati in caso di chiusura anticipata. Clausole non rispettate.
I COMMENTI
Non entra nel merito delle singole posizioni, ma difende la scelta di azzerare le consulenze, il deputato dem, Nicola Pellicani, che da tempo chiedeva la fine del Cvn: «Miani deve chiudere i lavori e liquidare il Consorzio.

Vanno trovate le risorse per completare il Mose e tutte le opere del sistema. Quando alle consulenze, vanno finalmente valorizzate le risorse interne, troppo a lungo mortificate». «Era prevedibile che il liquidatore si rivolgesse ai consulenti - commenta il provveditore alle Opere pubbliche, Cinzia Zincone - Una politica di sano contenimento dei conti, non può che ridare vigore ai dipendenti del Cvn, spesso vittime di questo sistema». 

Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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