Ucciso dall'amico durante una lite in autostrada. ​Ilir Dervishi è morto per le decine di colpi inferti alla testa con il cacciavite

Sabato 23 Settembre 2023 di Nicola Munaro
Ilir Dervishi

ERACLEA (VENEZIA) - Decine e decine di colpi, molti dei quali alla testa, tutti inferti con un cacciavite ora sotto sequestro. È morto così, domenica mattina, Ilir Dervishi, 47 anni, albanese, di Eraclea, ucciso dal connazionale Miri Gurra, 34 anni, residente a Castelfiorentino (Firenze), ora in carcere a Bologna con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

L'omicidio è avvenuto nella Renault Captur sulla quale entrambi stavano viaggiando da Eraclea a Castelfiorentino, per gli ultimi lavori nella villetta di Gurra, che era alla guida dell'auto. Nella morte di Dervishi non ha quindi influito l'incidente dell'auto che, a causa della lite tra i due, prima ha tamponato la vettura che la precedeva e poi è finita in un campo accanto all'A13 nel tratto che attraversa Bologna, all'altezza di Arcoveggio.

A dirlo sono i primi risultati dell'autopsia effettuata sul corpo del 47enne dal medico legale della Procura di Bologna, il dottor Filippo Pirani, e dal collega medico Gianni Barbuti, nominato dall'avvocato Renato Alberini, legale della famiglia della vittima.

L'ULTIMO SALUTO
Eseguita l'autopsia, è arrivato anche il nulla osta al funerale, che verrà celebrato a Eraclea venerdì mattina, come deciso dalla famiglia, ora chiamata a sbrigare la burocrazia per far tornare il corpo nel Veneto orientale.


LE INDAGINI
Resta invece un mistero il motivo per cui Gurra abbia aggredito e ucciso in maniera così barbara chi gli stava dando una mano a ristrutturare la propria abitazione e chi gli aveva offerto a titolo gratuito la casa del fratello. Anche per questo la Procura di Bologna chiederà alla Scientifica di analizzare i telefoni in cerca di qualche messaggio che possa spiegare un omicidio finora senza movente, se non quello di una generica lite a metà del viaggio. Domenica mattina, attorno alle 7, Dervishi e Gurra erano partiti verso Castelfiorentino: dovevano lavorare qualche ora nella cucina della casa in provincia di Firenze dove l'assassino sarebbe tornato a vivere la settimana prossima, in concomitanza con l'inizio della scuola dei suoi due figli. Già venerdì il 34enne era tornato nella sua villetta, ma da solo. Poi domenica aveva chiesto l'ennesima mano a Ilir Dervishi, promettendogli che sarebbero tornati a Eraclea entro le 16 perché poi lui, la moglie e le due figlie avrebbero fatto un giro assieme.


LA SCOPERTA
Quello che domenica mattina sembrava l'ennesimo incidente in autostrada è così diventato un caso di omicidio. Che qualcosa non andasse nella dinamica lo hanno capito subito gli agenti della polizia stradale di Altedo. Quando i vigili del fuoco hanno estratto i due passeggeri dalle lamiere, sono sorti i primi dubbi: Gurra, sul posto di guida, non aveva ferite, mentre Dervishi era agonizzante e stava perdendo molto sangue dall'addome e dalla testa. Ferite mortali che non avevano nulla a che fare con l'incidente e assomigliavano molto a un accoltellamento.

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