Niente canzoni e saluti dal pulpito, nuove regole del patriarca Moraglia per i funerali

Martedì 15 Febbraio 2022 di Alvise Sperandio
FUNERALI Nuove regole dettate dal patriarca Francesco Moraglia
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VENEZIA - Funerali in chiesa, si cambia. D’ora in avanti la messa per le esequie dovrà essere più vicina al senso cristiano della morte, con al centro la Parola di Dio e il credo nella resurrezione, più che un omaggio personalizzato del defunto. E prima, alla chiusura della bara, e dopo, alla sepoltura in cimitero, saranno sempre più coinvolti i laici al posto dei parroci che hanno sempre meno tempo per fare tutto e potranno concentrarsi sulla celebrazione.

LE DISPOSIZIONI
Le indicazioni quadro sono contenute nella nota pastorale firmata dal patriarca Francesco Moraglia, “Non temere, soltanto abbi fede”, recepita dalle parrocchie della zona di Mestre.

Cosa cambierà in concreto? Parecchio. La preghiera in obitorio viene affidata a un gruppo di sacerdoti in via di costituzione, prevalentemente avanti con l’età, non più parroci e a riposo, che si daranno il turno, coordinati da don Stefano Cannizzaro di San Paolo. In chiesa, durante le esequie, vanno osservate delle attenzioni particolari. I canti devono essere solo religiosi. Sul feretro non possono essere posti bandiere o simboli politici. L’omelia del sacerdote, si legge nel protocollo, dev’essere “breve, ben preparata, evitando la forma e i contenuti della commemorazione e dell’elogio funebre”. Basta con gli interventi di parenti e amici dal pulpito, i discorsi si potranno fare sul sagrato o al cimitero, fuori dal luogo di culto. Le stesse preghiere dei fedeli non devono indugiare troppo sul ricordo dello scomparso. Meglio evitare troppi interventi. Ancora: “La destinazione delle offerte è unicamente di competenza della parrocchia”.

LA SEPOLTURA
La nota, che Moraglia e i suoi collaboratori hanno condiviso con i parroci e presentato alle imprese di onoranze funebri, interviene anche sul dopo messa. “Occorre far conoscere ai fedeli che la Chiesa raccomanda che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti”, viene suggerito. Per cui la cremazione è ammessa, ma non preferita. Le ceneri, in ogni caso, andranno riposte nella tomba, non essendo consentito né tenerle in casa né disperderle. I parroci, già molto impegnati, non interverranno più alla sepoltura per l’ultima benedizione: le parrocchie di Mestre sono pronte a dar corso all’indicazione di incaricare un volontario laico oppure un familiare di recitare una preghiera dedicata nel momento dell’inumazione o della tumulazione. «L’obiettivo è che le comunità cristiane siano più vicine a chi è nel lutto. I parroci saranno un po’ sgravati e un potranno preparare meglio la messa», spiega don Cannizzaro, neo referente dei sacerdoti delegati alla gestione del nuovo regime pre e post funerali. Peraltro, viene anche ricordato che non è opportuno fermarsi troppo ai saluti, finita la celebrazione, attorno al carro funebre. Anche perché è già previsto che dopo 20 minuti di ritardo, Veritas che si occupa dei servizi cimiteriali mandando gli addetti ad accogliere la bara, applichi una sanzione che viene messa in conto alle famiglie direttamente dalle Iof. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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