Eventi, fiere e matrimoni fermi, zero fatturato. «Peggio dell’anno scorso»

Giovedì 18 Marzo 2021 di Federica Repetto
Le tavole imbandite per la cena esclusiva di un evento a Venezia organizzata con i servizi di catering. Da un anno il settore è in ginocchio

VENEZIA L’emergenza sanitaria continua a danneggiare il settore degli eventi e tutta la filiera produttiva: congressuale, “Mice” (l’acronimo sta per Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions), luxury wedding e sport travel. Nel 2020, a Venezia, il fatturato è crollato dell’87% rispetto all’anno precedente, e le previsioni per l’anno in corso mantengono un dato “forse ancor peggiore”. La denuncia arriva da “VeneziaDuemilaEventi”, associazione che rappresenta i settori del catering, agenzie di viaggi, noleggio attrezzature, fioristi, fotografi, operatori video, audio e luci, location, wedding planner, atelier, guide turistiche, trasporto marittimo e costiero di passeggeri. 
SETTORE AL PALO
«Tutti noi – spiega Luigino Cassan presidente VeneziaDuemilaEventi e titolare della Dogaressa Catering - abbiamo bisogno di una data certa per ricominciare. Il nostro lavoro è basato su una programmazione di minimo 6 mesi. A livello nazionale c’è stata una perdita dell’85% e del 2,5% di Pil, con un valore dell’indotto di 65 miliardi di euro e il pericolo di perdere 900mila posti di lavoro. Per ripartire e per continuare a sperare che le nostre aziende sopravvivano – prosegue – abbiamo bisogno di una proroga della cassa integrazione fino al prossimo 31 dicembre e che questo nuovo decreto Sostegno non sia soltanto parole, ma concreti aiuti alle aziende». Per il 7 aprile è intanto prevista “l’Assemblea degli Stati Generali” con tutte le associazioni nazionali e regionali del settore Eventi e Wedding, e VeneziaDuemilaEventi spera che «si riesca a stabilire in maniera chiara un progetto da presentare al governo per la ripartenza, soltanto così potremmo davvero vedere la luce dentro a questo tunnel così lungo». 
PALAZZI, NOLEGGI, BARCHE
Non solo gli eventi e matrimoni, ma anche l’arte nei palazzi gestiti da privati si arrende al coronavirus. «Sono un fortunato possessore di una dimora storica – commenta Diego Vianello di Palazzo Pesaro Papafava –. Affittare i nostri spazi era un modo di mantenere le strutture e far vivere ambienti altrimenti non facili da utilizzare. Tasse e necessità di manutenzione non si fermano per la pandemia. Per il futuro bisognerà capire se si troverà un nuovo modo di far vivere queste strutture. I palazzi veneziani non erano quasi mai luogo di mera abitazione dell’aristocrazia, erano luoghi di affari e a volte di produzione: cosa potranno diventare in futuro è tutto da immaginare». 
Ci sono poi realtà aziendali che, dal 2020 ad oggi, hanno fatturato “zero”. È il caso di Gianni Scopece, titolare di Reggia Noleggi, che si occupa di noleggio attrezzature per il catering e banqueting. «La perdita di fatturato – dice Scopece - per il 2020 è stata tra il 90% e il 95% e per il 2021 si sta replicando la stessa situazione, pur continuando a pagare le varie utenze, sostenendo i dipendenti e affrontando quelle spese necessarie per portare avanti la nostra attività. Siamo ad un bivio – termina - cioé quello di chiudere con la conseguente perdita di posti di lavoro, vedendo sforzi e sacrifici svanire nel nulla, oppure continuare a crederci anche se, per quanto mi riguarda, sono fermo da un anno e, di aiuti, ho ottenuto 2.800 euro per un solo ristoro. Nemmeno un mese di affitto dell’immobile dove svolgo la mia attività». Analoga situazione la sta vivendo da mesi Andrea Longo, proprietario del Galeone Veneziano-Jolly Roger. «Le motonavi trasporto passeggeri Granturismo – afferma Longo – hanno avuto solo il primo ristoro di aprile 2020 e sono rimaste escluse a causa del codice Ateco nel secondo e terzo decreto.

Le imbarcazioni continuano a costare anche da ferme con collaudi, omologazioni e posti barca. Anche il nostro settore è al collasso».

Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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