Le detenute della Giudecca al lavoro in hotel (con sgravio fiscale). «Un'occasione di riscatto»

Il piano pilota di Ava e amministrazione penitenziaria: "Gli psicologi valuteranno le figure più idonee"

Mercoledì 14 Giugno 2023 di Marta Gasparon
L'interno del carcere femminile di Venezia. Il progetto occupazionale degli albergatori è rivolto intanto alle detenute

VENEZIA - Gli hotel veneziani si preparano ad accogliere nuovi lavoratori dal carcere, in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria regionale, con l’obiettivo di garantire loro un graduale reinserimento nella società.

Il progetto pilota, firmato dall’Associazione veneziana albergatori e portato avanti dal suo vicedirettore Daniele Minotto, è il primo che sia stato finora presentato in Veneto nell’ambito dell’hotellerie. «Altri simili non ce ne sono, se non in altri settori», conferma Minotto, che rappresenta Ava nella Commissione regionale per il Lavoro penitenziario, presieduta da Maria Milano, provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Triveneto. «Cominceremo intanto – annuncia – coinvolgendo la Casa di reclusione femminile della Giudecca, che conta oggi un’ottantina di detenute. Una parte delle quali sono già impegnate nel servizio di lavanderia, gestito con l’aiuto della cooperativa Il Cerchio, e nella creazione di una “linea cortesia”, utilizzata già da alcuni alberghi». 

Il reinserimento


Questa collaborazione sarà ulteriormente ampliata, proponendola ai vari soci Ava, sigla che rappresenta oltre l’85% delle realtà alberghiere cittadine. E che, con lo sviluppo annunciato, potrà garantire ampi margini di coinvolgimento offrendo ad una platea sempre più vasta di detenute un’opportunità concreta di reinserimento. «Vogliamo rafforzare la collaborazione anche perché – prosegue Minotto – uno degli scopi della nostra associazione è proprio quello di offrire una ricaduta dal punto di vista sociale sul territorio. Si tratta di un progetto che potrebbe allargarsi nel tempo, mettendolo a disposizione di quelle località in cui siamo presenti come Federalberghi». E questa possibilità occupazionale garantirà alle detenute coinvolte nell’iniziativa i medesimi diritti di un qualunque altro lavoratore del settore. «Queste persone saranno infatti inquadrate con il contratto nazionale che applichiamo noi, diventando di fatto dipendenti con uno stipendio effettivo. Dovranno insomma essere assunte alle stesse condizioni degli altri lavoratori in forza a quell’azienda», continua Minotto, soffermandosi su un ulteriore aspetto: quello collegato ai vantaggi della legge Smuraglia, che dà la possibilità alle aziende di fruire di sgravi fiscali nel caso in cui vengano assunte persone in condizione di privazione della libertà. «Parliamo di circa 500 euro al mese, pari cioè ad un 15% di sgravio. Gli psicologi stanno cercando di individuare le detenute più idonee ad iniziare questo tipo di percorso, in quanto la nostra attività è delicata. Basti pensare al ruolo della cameriera ai piani, che entra nelle stanze per fare le pulizie, dove possono esserci gli oggetti degli ospiti. La selezione dunque dovrà avvenire dopo un’attenta valutazione». 

I tempi


La formazione sarà svolta in carcere, luogo per certi versi simile a un albergo, fra cucine da riordinare, spazi da pulire e letti da rifare. Ma quali i tempi di realizzazione del progetto? «Contiamo di avviare per l’estate i primi percorsi formativi in carcere – chiarisce Minotto – e in seguito procedere con il collocamento. Va sottolineato come una volta finito il periodo di detenzione stabilito, queste persone potrebbero essere assunte un giorno, nelle strutture alberghiere, a tempo indeterminato. Un processo inclusivo virtuoso». Qualora non fossero sufficienti i numeri raggiunti con le ristrette veneziane, potrebbero esserne trasferite in laguna anche da altre strutture penitenziarie del territorio, finendo di scontare la loro pena alla Giudecca. Il lavoro di Ava procede spedito in sinergia anche con Angela Venezia, direttore dell’Ufficio III detenuti e trattamento del provveditorato. E pensa ad un futuro allargamento degli spazi già destinati al lavoro in carcere, rivolto ai detenuti privi di permesso di uscita. 

Ultimo aggiornamento: 07:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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