Nel 2022 boom di decessi, muoiono troppi anziani. La denuncia di Cgil: «Scarsa attenzione della sanità»

Sabato 17 Giugno 2023
Nel 2022 boom di decessi, muoiono troppi anziani. La denuncia di Cgil: «Scarsa attenzione della sanità»

VENEZIA - Quasi 1.800 decessi in più del 2019, 458 in più del 2021 e solo 36 in meno rispetto al 2020, l'anno del Covid e delle stragi nelle case di riposo. I dati Istat sulle morti degli anziani ultra75enni in provincia di Venezia nel 2022 non possono che destare preoccupazione e sollevare molte domande. Lo sostiene il sindacato dei pensionati Cgil Metropolitano, secondo il quale il trend dei decessi fra gli anziani - analizzato dal comune per comune - descrive «una realtà per certi versi anomala, lasciando intendere che la pandemia continua a manifestare i propri effetti indiretti sulle persone più bisognose di cure e di assistenza continua e che la sanità territoriale manifesta gravi carenze, come dimostrano le liste d'attesa eterne e la penuria di medici di base».

Boom di decessi tra gli ultra 75enni

Partendo anche da queste considerazioni lo Spi di Venezia, assieme alla Funzione Pubblica, alla Filcams e alla stessa Cgil, ha promosso la campagna «Tu tagli, io firmo» in tutto il territorio provinciale (10 mila le firme finora raccolte), a dimostrazione di quanto le criticità del nostro sistema sanitario siano sentite dall'intera cittadinanza e in particolare dalle persone più anziane. Nel 2022, secondo i dati Istat, sono morti 3.184 veneziani di età compresa fra 75 e 84 anni e 5.134 ultra85enni.

In totale, 8.318 anziani over 75. L'anno prima i decessi fra gli ultra75enni ammontavano a 7.860, 458 in meno, mentre nel 2020 erano 8.354, appena 36 in più pur essendo l'anno del Covid e dei drammatici e nefasti effetti sulle case di riposo. Emblematico il confronto con il 2019 quando si sono registrati 6.531 decessi fra i veneziani con più di 75 anni. Di fatto, rispetto all'anno pre-Covid, lo scorso anno sono deceduti 1.787 anziani in più con un incremento del 27%.

«Tra le cause, liste di attesa eterne e bassi livelli di assistenza»

Per la Cgil, «pare ovvio che si sia abbassato il livello di assistenza nei confronti della popolazione più anziana e che la pandemia abbia accentuato i limiti della sanità territoriale, già minata appunto dal rinvio, nel 2020, di migliaia di prestazioni». «I dati Istat sono preoccupanti perché non sembrano essere avvalorati da normali tendenze demografiche - commenta Daniele Tronco, segretario generale dello Spi Cgil Metropolitano -. A questo punto non possiamo fare altro che elaborare ipotesi e chiedere alla Regione di analizzare questi numeri per capire se si siano davvero creati contesti sfavorevoli per i nostri anziani dopo il blocco causato dal Covid. Il timore è che la carenza di personale medico spinga le strutture sanitarie a una minore attenzione per i pazienti ultra75enni». Inoltre, aggiunge, «ci sono le liste d'attesa eterne per le prestazioni sanitarie che costringono molti cittadini a rinunciare alle visite e alle cure».

Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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