Non era il giorno delle sanzioni, ieri, al consiglio federale della Lega.
Ecco perché in Veneto almeno in quattro aspettano l'arrivo del postino: sarà una raccomandata a comunicare all'eurodeputato trevigiano Toni Da Re se sarà espulso o sospeso. La sua colpa: aver esternato, prima al Gazzettino, poi al Corriere della Sera, critiche sulla posizione della Lega in materia di no-vax, Europa e congressi: «L'ambiguità del mio partito e del mio segretario sui vaccini mi sta mettendo a disagio da tempo. È sempre stata ingiustificabile, ora è diventata insostenibile». E il postino suonerà anche a casa del sindaco di Noventa Padovana Marcello Bano, dell'ex presidente del consiglio provinciale di Treviso Fulvio Pettenà, dell'ex presidente del consiglio comunale di Conegliano Giovanni Bernardelli. E non è detto che l'elenco non si allunghi: a contestare le scelte del partito, come nel caso della candidatura a sindaco di Padova dell'imprenditore civico Francesco Peghin, è stato anche il consigliere regionale Fabrizio Boron. In via Bellerio i dissensi non sono ammessi. Obbedire e tacere.
L'INTERVENTO
L'ha detto chiaramente ieri pomeriggio, nel corso della lunghissima riunione del comitato federale a Milano, Lorenzo Fontana: «Bisogna sanzionare pesantemente chi esce contro la linea del partito». Di più: i provvedimenti disciplinari devono essere duri anche nei confronti di «chi gira retroscena ai giornali», magari «inventati». La posizione di Fontana lascia chiaramente intendere che le decisioni non saranno tenere. Sono una quarantina i provvedimenti che via Bellerio si appresta a firmare, di cui tre almeno a carico di veneti: Bano, Pettenà, Bernardelli. Dopodiché spetta al comitato federale inserire nella cerchia dei leghisti da punire anche chi ricopre livelli alti, come gli eurodeputati. Da Re, appunto. Ma chi decide le sanzioni?
L'iter è articolato. Il direttorio nazionale (cioè regionale, in Veneto guidato dal commissario Stefani) può proporre dei provvedimenti disciplinari i quali vengono vagliati in via Bellerio da un Comitato disciplinare e di garanzia. Solo che questo Comitato pare che ancora non ci sia. Le funzioni vengono così svolte dal segretario Matteo Salvini e dai padri fondatori. Tra i quali c'è Lorenzo Fontana. Ecco perché le parole pronunciate ieri dall'esponente veronese assumono una valenza molto simile a un verdetto: sanzioni pesanti a chi sgarra. Espulsione compresa.
UNANIMITÀ
Tant'è, se nei giorni scorsi si sono registrate voci critiche all'interno della Lega per come il Capitano ha condotto la vicenda dell'elezione del presidente della Repubblica, con una rottura totale con i governatori delle Regioni, completamente snobbati nelle trattative, ieri non ci sono stati processi. Anzi. La nota diffusa da via Bellerio riferisce che il consiglio federale ha dato piena fiducia e mandato al segretario di lavorare per creare, allargare e potenziare un'alleanza alternativa alla sinistra. E se mai dovessero esserci obiezioni, che siano silenziose. Le sanzioni sono dietro l'angolo.