Covid. Il calo dei contagi e il "boom" dei vaccini svuotano gli ospedali

Martedì 18 Maggio 2021 di Fabrizio Cibin e Nicola Munaro
L'ospedale all'Angelo

VENEZIA - La cartina di tornasole dell’andamento della pandemia sono i movimenti di campo all’interno degli ospedali. A marzo, con la campagna vaccinale che avanzava a singhiozzo e la terza ondata a battere duro, le strutture sanitarie si arroccavano attorno alla cura del virus. Oggi che la somministrazione dei sieri anti-Covid viaggia a numeri spediti con le dosi che ci sono, quegli stessi ospedali vedono il ritorno alla normalità. Anche perché i ricoveri calano grazie soprattutto ai vaccini. 
«Questa - spiega il dottor Fabio Presotto, primario di Medicina interna dell’Angelo e tra i coordinatori dell’area Covid nella struttura mestrina - sarà una settimana cruciale per capire il futuro: auspichiamo tutti una riconversione o una normalizzazione anche se credo rimarrà uno zoccolo di pazienti positivi ricoverati» che comunque non andrà a creare disagi nella ripartenza già avviata delle strutture.

Un destino condiviso anche dall’Ulss 4 Veneto orientale che a metà giugno chiuderà i reparti Covid a Jesolo.


L’INCIDENZA DEI VACCINI
I numeri: nell’ultimo fine settimana c’è stato un solo ricovero per Covid all’Angelo dove nello stesso arco di tempo i pazienti legati alla pandemia sono diminuiti di 2/3 e da poco più di due settimane non ci sono nuovi ingressi Covid in Terapia intensiva. «Chi entra in ospedale adesso, oltre al Covid presenta anche altre patologie importanti. Detto questo, sono molteplici i fattori del calo come accaduto anche a maggio 2020 - continua il dottor Presotto - ma l’incidenza dei vaccini gioca un ruolo cruciale». Bastano due dati: i ricoverati sono nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni e sono tutte persone che non si sono sottoposte al vaccino.


LA CAMPAGNA
Ieri intanto l’Ulss 3 ha aperto altri 5mila posti a disposizione dai quarantenni in su. Questo mentre a ieri mattina erano 200 le prenotazioni per i quattro giorni di iniezioni Johnson&Johnson dedicate agli over60 al via oggi al PalaExpo per «arrivare a quanti avevano rinviato l’iniezione per paura del richiamo durante le ferie», puntualizza il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 3 e regista della campagna vaccinale, Luca Sbrogiò. «Noi continuiamo con i nostri ritmi in base alle forniture che ci vengono dati - aggiunge il direttore della Prevenzione - Aspettiamo le forniture che ci sono state annunciate, al momento Pfizer arriva tra le 21mila e le 25mila dosi a settimana e AstraZeneca lo usiamo solo per i richiami».


IL VENETO ORIENTALE
«Se il trend continua ad essere quello di questi giorni, per la metà di giugno riusciremo a chiudere il Covid-Hospital di Jesolo». Un segno di speranza arriva dal direttore generale dell’Ulss4, Mauro Filippi. «Siamo in discesa e non abbiamo particolari problemi per i nuovi ingressi», ha detto Filippi. Di conseguenza riprenderanno le attività ordinarie: «Siamo comunque pronti a ripartire con l’attività riabilitativa e internistica. Per quanto riguarda le attività ospedaliere di San Donà e Portogruaro, sono riprese almeno al 90%».
Ad oggi ci sono 26 persone ricoverate nelle due sezioni di malattie infettive del Covid-Hospital di Jesolo, mentre sono 11 quelle alla Stella Marina; un paziente è in Terapia intensiva a Portogruaro. L’anno scorso la situazione dei contagi migliorò prima e il nosocomio jesolano smise di fungere da Covid-Hospital il 29 maggio. «Questa volta non riusciremo a rispettare quei tempi: speriamo di chiudere a metà giugno - ha aggiunto il primario di Malattie infettive, Lucio Brollo - Da parte nostra c’è una grande voglia di chiudere tutto e riprendere con le altre attività. Il trend è più lento di quanto ci si potesse aspettare anche se noi abbiamo la media ricoveri tra le più basse della regione».
Per il dottor Brollo, il merito è delle vaccinazioni. «Il comportamento della gente non è migliorato per cui se si registrano meno contagi è perché le persone a più alto rischio sono quasi tutte vaccinate, così come stanno aumentando i cittadini che si stanno vaccinando delle altre fasce d’età. Senza dimenticare che tra noi operatori sanitari nessuno si è più contagiato. Il vaccino è l’unica arma per azzerare i contagi».
Brollo ha sottolineato anche il fatto che nessuno tra i vaccinati ha avuto delle conseguenze. Sul fronte vaccini, si sta andando verso il tutto esaurito anche per i quarantenni (a disposizione 13.530 dosi), così com’era avvenuto per la fascia 50-59 (11.600 dosi); nel primo caso per la prima vaccinazione si dovrebbe andare ai primi di giugno, mentre per i cinquantenni, si è già partiti. Tra i sessantenni dopo i vari appelli il 75% si è vaccinato. «Lasceremo delle opportunità di sedute anche per gli indecisi», ha chiuso il dg Filippi.


IL BILANCIO
Ieri sono stati 28 i nuovi casi, variazione più bassa dal 15 febbraio: 157 i ricoveri di cui 12 in Terapia intensiva e nessun decesso.

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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