Riaperture, attacchi a Zaia dal Pd: «Confusionario sulla fase 2, reciti il "mea culpa": cittadini disorientati»

Lunedì 27 Aprile 2020 di redazione online
Zaia, Variati il Pd e Baldin lo attaccano per la confusione creata sulle riaperture
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VENEZIA – «Il governatore Luca Zaia ha sconfinato, creando confusione. In questo momento invece i cittadini hanno bisogno di chiarezza». Arrivano attacchi al presidente regionale, sia dal Pd Veneto, sia da sottosegretario all’Interno, il vicentino Achille Variati, sia dalla consigliera regionale del M5s Erika Baldin.
 
«Ora serve subito un tavolo di concertazione tra Regione e sindaci per fare chiarezza sui provvedimenti da adottare per la ripartenza e stoppare così la confusione dettata dalle ordinanze del presidente Zaia - sostiene il gruppo consiliare del Partito democratico in Regione -. Gli show quotidiani del governatore, attento all'emergenza quanto alla propria campagna elettorale, rischiano di creare maggiori problemi di quanti vorrebbe risolvere. Venerdì 24 l'ennesimo esempio: l'annuncio di un'ordinanza, entrata in vigore un paio di ore dopo, sulla riapertura di gelaterie, take away e cimiteri, su questi ultimi coi sindaci all'oscuro di tutto e assediati dalle richieste dei cittadini che si sono presentati davanti ai cancelli. E, ancora oggi, non sappiamo se è possibile recarsi esclusivamente al cimitero del proprio comune di residenza o altrove. A protestare, tra i tanti, il sindaco di Venezia Brugnaro, non certo un iscritto al Pd, e il prefetto di Venezia Zappalorto che ha espresso più di una perplessità, ipotizzando pure l'illegittimità di alcune disposizioni regionali. L'uomo solo al comando non funziona - concludono i consiglieri dem - perché poi sono i sindaci a dover fare i conti con i problemi concreti».
 
Secondo Achille Variati, già sindaco di Vicenza, «Zaia ha sconfinato». «Il presidente della Regione - sostiene Variati in dichiarazioni rilasciate a Il Giornale di Vicenza e all’Arena di Verona - può solo emanare regole più restrittive rispetto a quelle generali dettate dallo Stato». «Avvicinandoci alla fase 2 è pacifico che un presidente di Regione tolga i vincoli più stretti che lui stesso aveva posto con la propria ordinanza. Le criticità nascono quando va oltre dettando regole per la riapertura di negozi e attività come imprese edili e non solo, che realizzano opere pubbliche stradali o edifici. Su questo per me Zaia ha sconfinato». Variati aggiunge che il Governo «non impugnerà l’ordinanza, Zaia si è allargato troppo, ma il Governo non ha intenzione di aprire adesso tensioni tra Stato e Regioni».
 
«Il presidente Zaia reciti il “mea culpa” per aver aumentato la confusione. Gli va riconosciuto il merito di aver ben gestito l'emergenza sanitaria, ma dopo l'ordinanza a orologeria per il 25 aprile i cittadini non sanno più come muoversi tra autocertificazioni per “somma urgenza”, Dpcm governativi e ordinanze» sostiene la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin. «Utilizzare una conferenza stampa per spiegare quello che aveva già illustrato in quella precedente è un esempio lampante della confusione che l'ultima ordinanza ha creato. Ne prenda atto – prosegue Baldin -. Dopo due mesi di reclusione casalinga, i veneti non ce la fanno più. Per ripartire, hanno bisogno di certezze: serve una disposizione chiara e univoca, non circolari da interpretare sul filo del diritto. Le reazioni Brugnaro o del prefetto Zappalorto sono gli esiti del caos provocato». «Senza parlare delle diatribe sull'accesso ai cimiteri - conclude Erika Baldin – “Il Gazzettino” sostiene che si può visitare il camposanto che si trova anche fuori comune, altri quotidiani titolano che non si può. Non possiamo costringere la gente a uscire con un manuale di diritto sottobraccio e sperare nella comprensione dei carabinieri». 
Ultimo aggiornamento: 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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