Coronavirus, nel Veneziano sono sette le vittime in appena otto giorni

Martedì 10 Marzo 2020 di Davide Tamiello e Nicola Munaro
La mappa dei contagi nel Veneziano
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VENEZIA Sette in otto giorni. Il bilancio delle morti correlati al Covid-19 nel Veneziano, da domenica 1. marzo a ieri, parla di quasi un decesso al giorno. L’ultimo caso è quello di ieri, all’ospedale di Mestre. Si tratta di un 78enne residente in città, pluripatologico e cardiopatico: il coronavirus, quindi, potrebbe essere una concausa della morte. Sette vittime, anche se un caso è ancora in ballo: il “paziente uno”, il primo contagiato, il 67enne di Oriago Mario Veronese, deceduto una settimana fa (domenica 1. marzo, appunto) in ospedale a Padova, dove era ricoverato da giorni, non figura nei conteggi ufficiali. Per il suo caso, infatti, la Regione ha escluso la correlazione tra il decesso e il virus: la morte sarebbe riconducibile a una emorragia cerebrale. I dubbi verranno sciolti, in ogni caso, dal responso dell’Iss che dovrebbe arrivare in settimana. Solo il verdetto dell’Istituto superiore della sanità, infatti, stabilirà definitivamente se quanto abbia influito il virus. L’uomo, preoccupato dai sintomi, si era presentato in pronto soccorso a Mirano il 13 febbraio: i medici l’avevano visitato e poi era tornato a casa. Ci era tornato il 17, poi trasferito in Medicina fino al 20 febbraio, poi il 21 trasferito a Dolo, dove gli era stato diagnosticato il coronavirus, e infine il passaggio al reparto di Rianimazione a Padova. Ufficialmente, dunque, il primo decesso ufficiale per coronavirus è arrivato lunedì 2 marzo: Umberto Pavan, 79enne della Gazzera, fruttivendolo al mercato di via Fapanni in pensione. Ricoverato il 24 febbraio, prima a Malattie infettive, poi in Rianimazione. Una settimana dopo, la morte. Il giorno dopo, nel bollettino della Regione è finito l’ottantenne ottico veneziano Danilo Carraro, già malato da anni, e morto martedì al Civile, dov’era ricoverato da giorni per un linfoma al collo. Anche per lui gli esami avevano dato tampone positivo. 
Il virus ha dato quattro giorni di tregua, per poi tornare a colpire in un altro caso a metà. Chiara Filipponi, 57enne anestesista dell’ospedale di Portogruaro, si trovava all’Angelo per una grave neoplasia. Qui, con ogni probabilità, era stata infetta dal coronavirus: sabato la morte. «Il suo decesso – precisano però dall’azienda sanitaria Ulss 4 Veneto Orientale, per cui l’anestesista lavorava – è avvenuto per cause non determinate dal contagio da Covid-19». 
Sempre sabato è arrivata la quinta vittima: Ernestino Camin, 88 anni di Quarto D’Altino, era stato portato all’Angelo dalla casa di riposo Anni azzurri, dove viveva da un paio d’anni. Domenica mattina è toccato a Chioggia piangere un proprio concittadino: Fiorello Bertaggia, 68 anni di Valli, anche lui ricoverato per diverse patologie e risultato positivo al coronavirus. 

NUOVI CONTAGI
Tredici i nuovi contagi di ieri. Nel totale, 93 sono asintomatici (e si tratta di persone risultate solamente positive al tampone) mentre 52 sono ricoverate negli ospedali dell’Ulss 3 Serenissima: 18 di questi ricoveri sono in terapia Intensiva, si tratta di persone con difficoltà pregresse e con un quadro clinico già compromesso. Solo ieri ci sono stati 6 nuovi ingressi dal territorio: persone che fino a ieri erano a casa e che mostravano sintomi. Fatto il tampone, sono state ricoverate in buone condizioni nei reparti di Malattie Infettive dei vari ospedali. Volendo analizzare le situazioni delle strutture ci sono 31 ricoveri all’Angelo (21 agli Infettivi, 10 in Terapia Intensiva); 11 a Venezia (8 agli Infettivi, 3 in Terapia Intensiva); 7 casi all’ospedale di Mirano (2 agli Infettivi e 5 in Terapia Intensiva); 2 a Dolo (entrambe agli Infettivi) e un caso all’ospedale di Chioggia. 
Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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