VENEZIA - La carenza di sanitari in Veneto registra numeri allarmanti.
LA FORMAZIONE
Ieri è tornato sulla questione anche il governatore Luca Zaia: «Per esempio ci mancano gli pneumologi, tanto che alcune Ulss stanno facendo una breve formazione agli internisti, per affiancarli ai colleghi nelle Terapie sub-intensive. Una dottoressa mi ha scritto che mi dovrei vergognare dei mini-corsi, perché in realtà servono anni di specializzazione. Grazie, lo so anch'io, ma cosa dobbiamo fare in un momento di emergenza in cui non si trova nessuno?».
GLI INGAGGI
La notizia del giorno è che sono 16 le squadre dell'Esercito, formate ciascuna da cinque componenti (fra cui un medico e due infermieri), destinate al Veneto per supportare i drive-in dei tamponi. «Ma poi ci sono tutte le nostre assunzioni ha elencato l'assessore Manuela Lanzarin anche in forza delle nostre delibere che recepiscono il decreto Rilancio. Il potenziamento di Terapie intensive e dipartimenti di Prevenzione prevede un fabbisogno di 4.445 nuove figure di vario tipo, di cui ne sono state autorizzate dall'organismo tecnico Crite 3.448, arrivando all'assunzione di 2.200 profili, fra i quali 250 medici destinati alle Unità speciale di continuità assistenziale. Attraverso la Protezione Civile sono poi stati reperiti 163 tra assistenti sanitari e amministrativi, che saranno suddivisi in 15-20 per ciascun dipartimento di Prevenzione. Al bando hanno risposto anche 450 medici, che però potrebbero rinunciare se riuscissero a entrare nelle scuole di specializzazione. In formazione per la medicina generale abbiamo 85 corsisti del terzo anno, ma appunto non hanno ancora finito. Nel frattempo ho scritto ai rettori Rosario Rizzuto e Pier Francesco Nocini affinché, al di là dei 450 infermieri che si laureeranno per novembre, mettano in circolo anche gli studenti dei primi anni, almeno per le attività di contact tracing».
A.Pe.
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