Cozze venete, la pandemia ha azzerato la produzione: pescatori e imprese in ginocchio

Giovedì 30 Aprile 2020
CORONAVIRUS La pandemia ha azzerato la produzione di cozze in Veneto
2
VENEZIA/ROVIGO-  L’emergenza sanitaria sta azzerando la produzione di cozze in Veneto. E’ l’allarme di Coldiretti che ha registrato fino ad oggi perdite di 30 mila quintali di molluschi allevati nella Sacca degli Scardovari e altrettanti in mare. La denuncia arriva da 400 addetti del settore che dichiarano un danno di 7 milioni di euro legato alla mancata raccolta di cozze lungo le coste di Rovigo e Venezia.

Tra l’altro, l’Oro nero del Delta, che si fregia della denominazione di origine protetta. rischia di scomparire completamente a causa dell’impossibilità di raccogliere il seme. Solo nel Polesine il calo di reddito si aggira intorno all’80% a causa del fermo della ristorazione, del lockdown prolungato e delle ordinanze che limitano gli spostamenti. A queste cifre si aggiungono quelle delle altre realtà presenti nel veneziano. Il mitile – ricorda Coldiretti -  ha un ciclo di vita limitato di poche settimane; se quando raggiunge la maturazione non viene raccolto dagli operatori, muore e non è più utilizzabile o commercializzabile e va distrutto.
Coldiretti Veneto sollecita il ristoro dei danni subiti dalle imprese e pescatori coinvolti, per fronteggiare con largo anticipo le problematiche future.

«Il settore si trova in uno stato di totale difficoltà e chiede risposte immediate – sottolinea Coldiretti -  l’apertura di trattorie, ristoranti e la regolare attività dovrebbe preferire il prodotto locale rispetto a quello proveniente da altre parti del mondo. A sostegno serve anche una campagna di sensibilizzazione nei confronti del consumatore finale affinché scelga il km zero permettendo così l’innesco di una sorta di circolo virtuoso delle risorse di origine regionale».
 
 
Ultimo aggiornamento: 19:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci