Chioggia. Maxi-scambio Demanio-Comune: cessione dell'ex Centro La Barca ai Vigili del fuoco e delle aree bonificate di Riva Lusenzo

Mercoledì 1 Marzo 2023 di Diego Degan
Maxi-scambio Demanio-Comune: cessione dell'ex Centro La Barca ai Vigili del fuoco e delle aree bonificate di Riva Lusenzo

CHIOGGIA - Il Comune "regala" allo Stato la caserma per i vigili del fuoco. Lo Stato "regala" al Comune Riva Lusenzo. É stata, quella di ieri, una giornata importante per la risoluzione di due problemi storici per Chioggia, grazie alla stipula di due atti notarili tra l'amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Mauro Armelao, e l'Agenzia regionale del Demanio, rappresentata dal direttore Massimo Gambardella.

Il primo atto è stata la cessione, per 99 anni, al Demanio (che, a sua volta la metterà a disposizione del Ministero dell'Interno) dell'area ovest dell'ex Centro La Barca, 4100 mq, nella quale entro due o tre anni sarà realizzata la nuova caserma dei vigili del fuoco, visto che quella attuale, in riviera Caboto, non risponde più alle esigenze del distaccamento, come ha spiegato il comandante provinciale Mauro Luongo. Oltre alla collocazione, in pieno centro storico, che rende sempre "incerte" la partenze dei mezzi, le dimensioni dello stabile non permettono di contenere l'autoscala che deve sempre arrivare da Mestre. «Con la nuova caserma ha detto il sindaco Armelao contiamo possa arrivare anche l'autoscala». Gli altri aspetti positivi della nuova sede sono la vicinanza all'ospedale e alle strutture e mezzi di soccorso (compresa l'idroambulanza e l'elicottero), la vicinanza di un molo per gli spostamenti verso la laguna, e alla Romea. Lo stabile attuale (ala ovest dell'ex Centro La Barca) si sviluppa su 357 mq e dovrà essere adattato alle esigenze dei pompieri. A tale scopo sono disponibili altri 855 mq di area scoperta, su cui saranno realizzati altri edifici e una zona non edificata di 2888 mq. Costo stimato dell'opera circa 3 milioni di euro.

LE CASE

Il secondo atto firmato è la cessione dal Demanio al Comune (che, a sua volta le rivenderà ai privati) delle aree bonificate di Riva Lusenzo. Sono passati esattamente tre anni da quando, il 28 febbraio 2020, il Parlamento promulgò la legge n.17 che avrebbe dovuto risolvere l'anomalia, per non dire l'ingiustizia, patita da circa 200 famiglie. Un pasticcio burocratico che, a oltre un secolo di distanza, vede ancora i discendenti dei "cittadini volenterosi" che bonificarono la zona, privi del titolo di proprietà sulle aree dove sorgono le loro case. Un titolo che era stato loro promesso dal Magistrato alle Acque, come compenso per il lavoro svolto (lo Stato non aveva soldi per pagarli) e che sta per arrivare nell'arco di un mese per le prime 12 famiglie. Tante, infatti, sono state le aree oggetto di questa prima cessione, sulle 56 domande (anche plurime) che sono state finora presentate dai diretti interessati. I rogiti di queste 12 istanze saranno firmati tra il 20 e il 23 marzo. Questa vicenda ha impegnato sia l'assessore al Demanio, Elena Zennaro, che il consigliere Marco Veronese, vicesindaco dalla precedente giunta Ferro, delegato dal sindaco («In questi casi non contano le appartenenza politiche», ha detto Armelao) a seguire entrambe le vicende, avendone egli iniziato l'iter negli scorsi anni.

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