VENEZIA - Voleva fare le feste al suo padrone, che non tornava a casa da giorni. Così si è messo ad abbaiare e a scodinzolare. Niente di straordinario, verrebbe da dire. Se non fosse che la scena si è svolta in tribunale a Venezia, durante un processo per direttissima. E ha intenerito persino il giudice che, in via del tutto eccezionale, aveva acconsentito a un saluto fra l’imputato, arrestato per tentata rapina, e il suo amato meticcio. Una parentesi di tenerezza, uno strappo alla regola, in un luogo che nell’immaginario collettivo è sinonimo di inflessibilità e rigore.
ARRESTATO
Mounir Bachtragga, 42enne di origini marocchine, è finito in manette per tentata rapina. Aveva rubato un giubbotto griffato da un negozio del centro commerciale “La Nave de Vero” ed era stato fermato dalla guardia giurata. L’altro giorno è comparso di fronte al giudice per la convalida dell’arresto e la direttissima. In tribunale lo ha raggiunto la compagna italiana, che abita con lui a Mestre. La donna ha portato con sé anche il loro cagnolino, a cui entrambi sono molto affezionati. L’udienza si celebrava a porte chiuse. Ma l’animale, grazie al suo fiuto, ha capito subito che in quella stanza c’era il suo padrone.
IL GIUDICE
Quando poi la porta si è aperta per un attimo lasciando intravedere il 42enne scortato dagli agenti della penitenziaria, la gioia del cagnolino è stata incontenibile. Ha iniziato ad abbaiare e a scodinzolare. «Adesso anche i cani possono entrare?» ha chiesto il giudice, infastidito.
«È il cane del detenuto: vuole solo salutare il suo padrone» ha spiegato il difensore, l’avvocata Roberta Vezzù. A quel punto anche il magistrato si è addolcito: «Vabbè, allora dopo il processo glielo faremo salutare» ha acconsentito, strappando un sorriso a tutti i presenti.
IN CARCERE
Bachtragga, che alle spalle ha altri precedenti per reati contro il patrimonio, è stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere. Terminata l’udienza, l’imputato è stato riportato in carcere, dove sconterà la pena. Senza accarezzare il suo fidato amico a quattro zampe. Non tirava aria per le coccole, lascia intendere il suo legale. Finale amaro dunque per la bestiola, che per un bel po’ dovrà rassegnarsi all’assenza del suo padrone.