Non solo bollette la spesa costa 400 euro in più: anziani i più penalizzati. I dati Istat

Lunedì 6 Febbraio 2023 di Davide Tamiello
Anziani al supermercato

MESTRE - Ci sono le bollette, c'è la benzina, ma c'è anche il carrello della spesa. Vivere oggi costa decisamente di più. Quanto? Il conto l'ha fatto il sindacato dei pensionati della Cgil, lo Spi, sulla base degli ultimi dati Istat: in pratica, la spesa, a novembre e dicembre è cresciuta del 12 per cento. Un rincaro che colpisce, non a caso, soprattutto le fasce più deboli tra cui, appunto, i pensionati. Alla fine, in un anno, gli over 65 nel 2022 hanno speso circa 400 euro in più dell'anno precedente, 33 euro in più al mese.
Lo Spi ha calcolato l'impatto del caro-vita sul carrello alimentare prendendo in esame i dati Istat sulla spesa del 2021 e calcolando i rincari in relazione all'inflazione registrata nel Comune di Venezia.

E il risultato è eloquente. In terraferma e nella città storica, l'anziano solo nel 2022 ha speso in media 3.782 euro contro i 3.481 euro dell'anno precedente. Quindi ha sborsato più di 300 euro rispetto a prima (25 euro in più al mese). Per quanto riguarda la coppia di ultra65enni, il costo del carrello è passato dai 5.760 euro del 2021 ai 6.257 euro del 2022, l'anno dell'iper-inflazione stile anni 80, circa 500 euro in più (41 euro al mese).

NOVEMBRE BOOM
Dall'analisi, si evidenzia come di mese in mese, i prodotti alimentari siano diventati sempre più cari. Se a gennaio 2022 anno l'aumento a Venezia si aggirava attorno ai 12,70 euro - 9,55 euro per l'over 65 solo e 15,85 euro per la coppia - a novembre, il mese peggiore sotto il profilo inflazionistico, la spesa è lievitata di 48 euro, 36,25 euro per il single e 60 euro per i due ultra65enni.

PANE E LATTE
Si passa poi all'analisi dei singoli prodotti: facendo sempre una media fra anziani solo e coppia di anziani, per pane è cereali il rincaro è stato di circa 10,40 euro, per le carni, 8,60 euro in più. 3,57 euro per pesci e prodotti ittici, 10,45 euro per latte formaggi e uova. E il 2023, almeno finora, non pare riservare belle sorprese visto che i prezzi dei prodotti alimentari non accennano a diminuire.
«Siamo davvero molto preoccupati per i nostri anziani - commenta Daniele Tronco, segretario generale dello Spi Cgil Metropolitano -. Almeno un terzo dei circa 71mila anziani che risiedono nel territorio comunale fa davvero fatica a far quadrare i conti, dovendo sopravvivere con pensioni inferiori ai mille euro al mese, importi del tutto insufficienti per arrivare non a fine mese, ma alla terza settimana. Fra l'altro l'adeguamento all'inflazione, calcolato al 100% solo per le pensioni inferiori a quattro volte il minimo, è inferiore all'inflazione reale e, anche se a gennaio 2024 ci sarà il conguaglio, ci chiediamo come faranno molti pensionati ad affrontare l'anno appena cominciato. Abbiamo criticato con forza le scelte di questo governo sulla rivalutazione e queste analisi rafforzano la nostra contrarietà». Servirà, secondo la Cgil, un intervento anche da parte degli enti locali. «A nostro giudizio - prosegue Tronco - oggi più che mai il Comune deve monitorare le tante situazioni al limite, soprattutto per quanto riguarda le persone più anziane e fragili, gli ultra80enni, numerosissimi in centro storico. È il caso anche di pensare a un anticipo del conguaglio previsto nel 2024. E, soprattutto, torniamo a chiedere con forza e insistenza l'ampliamento della platea di chi beneficia della 14esima mensilità e l'aumento della stessa in particolare per le pensioni più basse».
 

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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