MESTRE «Tanti rifiutano AstraZeneca e ci rispondono anche male». La partenza della preziosa campagna vaccinale targata medici di famiglia, che ieri alla Gazzera ha registrato circa 230 inoculazioni, si scontra sulle limitazioni anagrafiche e sulle paure suscitate dal siero anglo-svedese. Fuori dalla palestra dell’Istituto Salesiano San Marco, i prenotati si presentono fin dalle prime ore della mattina, qualcuno in anticipo perfino di un’ora rispetto all’appuntamento.
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«State tranquilli che entrate tutti», rassicura un’addetta dell’organizzazione. «Questi arrivano un’ora prima, per forza poi si crea confusione - commenta Adriano in attesa della moglie - Comunque è proprio una bella cosa che i medici inizino a vaccinare, basta adesso non accalcarsi tutti davanti all’ingresso».
In termini percentuali i medici parlano di un 15% di rifiuti, segnalando talvolta l’uso di espressioni vagamente sgradevoli. «Dei miei 130 pazienti ho ricevuto una ventina di “no” - prosegue il dottore - Posso anche comprendere certi timori, ma è un vero peccato, e se la cosa può aiutare dico che se mi chiamassero dicendo “porta qui tuo figlio e vaccinalo con questo siero” lo farei subito senza problemi, e spero di poter vaccinare presto anche lei con AstraZeneca».
L’appello del dottor Giaccari non è però rivolto unicamente ai pazienti spaventati, e prende le mosse da una domanda provocatoria: «Sapete oggi quanti non sarebbero venuti senza la nostra opera di convincimento? Chiediamo dunque alla Ulss una maggiore fornitura di vaccini, e possibilmente non solo di AstraZeneca, perché altrimenti serve allargare le categorie e le classi di età, sperando di riuscire a portare qui le persone». Un’altra criticità riguarda il portale web dove prenotarsi. «Abbiamo dovuto telefonare a tutti - racconta Giaccari - chiamandoli uno per uno in modo da inserirli noi nel portale, che al momento non funziona». Il target anagrafico in questione è quello dei settantenni a salire, «più qualche ottantenne che altrimenti sarebbe finito a Cavarzere o giù di lì». In attesa del proprio turno c’è Daniela con la figlia Nicoletta.
«É una bella iniziativa - commenta la signora - siamo vicini a casa, altro che andare a Chioggia». Anche Giorgio si è risparmiato un bel viaggetto grazie all’impegno di questi medici e volontari. «Che bella organizzazione - esclama - Noi saremmo dovuti andare a Dolo». E Giorgio entra. Mentre Giovanni benché «contento e senza timori» si lamenta un po’ per l’attesa all’aperto. «Era meglio se mettevano un tendone - dice continuando a leggere il suo libro - è freschino sta mattina». Per Mario invece «un pochino di paura c’è sempre ma vale la pena di farlo»; per Luigi è «un servizio comodissimo, e pazienza se hanno solo questo vaccino, non esiste alternativa». Poi esce nuovamente un membro del personale, rivolgendosi ad una signora. La più entusiasta è Giuliana, che teme il virus e non il suo rimedio. «Sono molto soddisfatta - dichiara - è il mio medico che mi vaccina e quindi non vedo l’ora: sono tranquilla, di più».