Morì a 46 anni dopo il vaccino con Astrazeneca, la perizia: «I medici non hanno colpe»

Lunedì 31 Gennaio 2022 di Gianluca Amadori
Morì a 46 anni dopo il vaccino con Astrazeneca, la perizia: «I medici non hanno colpe»
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UDINE - Un caso rarissimo e imprevedibile. È stata una grave emorragia cerebrale conseguente alla vaccinazione anti Covid con AstraZeneca a provocare la morte del maresciallo maggiore dei carabinieri Emanuele Calligaris, il friulano di 46 anni mancato nel marzo dello scorso anno all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.
Lo ha stabilito la consulenza medico legale disposta dalla Procura di Udine con l’obiettivo di accertare le cause del decesso e verificare la sussistenza di eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura il paziente.

LA PERIZIA
Il medico legale veneziano Antonello Cirnelli e il neurochirurgo Felice Esposito, del Dipartimento di neurologia dell’Università Federico II di Napoli, sulla base degli elementi raccolti nel corso dell’autopsia, hanno concluso che Calligaris, senza saperlo, era un soggetto a rischio trombosi e dunque figurava tra quei rari soggetti in cui il vaccino AstraZaneca poteva provocare una grave reazione avversa. Ma nessuno era a conoscenza della predisposizione di cui soffriva quel paziente. Inoltre, all’epoca in cui gli fu somministrato il vaccino, la scienza non aveva scoperto quali potessero essere le controindicazioni di AstraZeneca che emerse soltanto in quei mesi e portò le autorità sanitarie a proibire l’inoculazione ai pazienti con meno di 60 anni. 
Alla luce di queste considerazioni, i due consulenti medici della Procura hanno escluso la sussistenza di qualsiasi tipo di responsabilità da parte dei sanitari, e in particolare del medico di base che ha seguito il paziente. «L’evento emorragico causa del decesso va ricondotto al novero degli eventi imprevedibili ed imprevenibili - si legge nella consulenza - Nessun profilo di colpa - commissiva od omissiva - penalmente rilevante risulta pertanto individuabile nel caso di specie».
A Nordest si tratta della prima perizia che accerta l’esistenza di una correlazione tra morte per emorragia cerebrale e vaccinazione anti Covid con AstraZeneca. La letteratura scientifica iniziò ad occuparsi del problema dalla fine di marzo del 2021 segnalando i primi casi di trombosi, risultati peraltro in numero limitatissimo: 7 casi per 1 milione tra donne vaccinate con età tra 18 e 49 anni. E una frequenza ancora più rara nelle persone di genere ed età diversa. Successivamente alcune perizie disposte dagli inquirenti in Sicilia, a seguito di alcuni decessi, sono giunte a confermare quella correlazione.

IL FENOMENO
Alcuni ricercatori norvegesi e tedeschi sono riusciti a fornire una spiegazione a quelle rare trombosi cerebrali che, normalmente, possono verificarsi per altre cause. Hanno scoperto che a seguito di inoculazione di vaccino AstraZeneca, in persone con predisposizione, si scatena un fenomeno simile a quello della trombocitopenia indotta dall’eparina, provocato da una reazione immunitaria (coinvolge il fattore piastrinico Pf4, portando ad una carenza di piastrine nel sangue ed ad un aumento di rischio di sanguinamento e ipercoagulabilità, ovvero la tendenza del sangue a formare coaguli (trombi).
Calligaris era stato vaccinato il 4 marzo dello scorso anno e iniziò a star male la settimana successiva, dal 12 marzo: un po’ di febbre, nausea, cefalea e vertigini. Temendo di aver contratto il Covid, chiamò il medico curante il quale gli prescrisse una terapia. Ma le condizioni del maresciallo peggiorarono e il 15 marzo si rese necessario il suo ricovero in ospedale: il decesso si è verificato il giorno successivo.
 

Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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