Stop alla cattura delle anguille, slitta la rassegna "Livenza fiume di sapori"

Fermo pesca aggiuntivo per la pesca del "bisato", la protesta dell'ultimo pescatore professionale

Venerdì 14 Aprile 2023 di Cristiano Pellizzaro
TORRE DI MOSTO Stop alla cattura delle anguille fino al 30 giugno

TORRE DI MOSTO - L’anguilla è considerata ormai una specie sempre più in ‘pericolo critico di estinzione’ e per tale ragione un apposito Regolamento del Consiglio Europeo, il 2023/194 del 30 gennaio 2023, ha stabilito tre mesi aggiuntivi di fermo pesca estendendolo quindi da gennaio a giugno su tutto il territorio nazionale. Ma solo per l’anno in corso. Regolamento recepito e applicato dallo Stato Italiano, andando così a creare scompiglio e preoccupazione in quei piccoli territori dove sull’anguilla, negli anni, si è costruita una lunga tradizione gastronomica, ma anche di economia. Proprio a Torre di Mosto, infatti, risiede Dario Caovilla, l’ultimo pescatore di professione rimasto sul territorio che ancora percorre le acque della Livenza con la sua imbarcazione per guadagnarsi da vivere, soprattutto pescando il “bisàt” con i bartovelli.

LO SFOGO

«Non comprendo questa decisione impartita dall’alto – è lo sfogo sommesso di Caovilla – di gente che non vive il territorio come i pescatori. Io faccio questo mestiere da 40anni, molto specifico rispetto ad altre tipologie di pesca, con attrezzature particolari, e questo fermo prolungato mi sta mettendo in crisi». A pesare sulla cattura sempre più risicata negli ultimi anni ha influito poi anche il dilagare del granchio blu, specie alloctona che si insinua fin dentro le nasse per cibarsi anche delle piccole anguille.

E sebbene il futuro di Caovilla lo vede avvicinarsi sempre più ad altri tipi di pesca, magari proprio al granchio blu che sta prendendo sempre più quota come pietanza servita nei ristoranti, il fermo pesca, e quindi la commercializzazione dell’anguilla, ha provocato anche lo slittamento dell’ormai più che decennale rassegna “Livenza fiume di sapori”, ideata da Luca Ortoncelli. Una manifestazione legata proprio alla valorizzazione dell’anguilla della Livenza, con il coinvolgimento dei Ristoratori e delle amministrazioni locali del territorio.

LA RASSEGNA

«Il fermo pesca ci costringe a far slittare l’inizio della rassegna probabilmente a fine agosto – spiega Ortoncelli –. E nel periodo che precede gli appuntamenti gastronomici a base di bisàt con i ristoratori, organizzeremo proprio degli eventi ad hoc per sensibilizzare sul tema. Primo fra tutti un convegno dove inviteremo politici, biologi, pescatori per confrontarci su decisioni come quelle assunte dal Consiglio Europeo. Sarà importante coinvolgere anche le scuole, sul tema della fragilità di questa specie». Nel frattempo, Ortoncelli e Caovilla tentano di cercare delle soluzioni sostenibili al reperimento della preziosa risorsa per il territorio, che ogni anno richiama nei ristoranti persone anche da altre regioni per gustare le tante ricette che nel corso di generazioni sono state perfezionate. Qualche giorno fa si è tenuto in municipio anche un incontro della Comunità Slowfood del bisàt della Livenza con ristoratori e pescatori per un confronto sulla situazione critica. «Tra le proposte che ho avanzato – continua Ortoncelli – c’è quella di prelevare delle anguille di allevamento e introdurle nel fiume per “purificarle”. L’anguilla della Livenza, infatti, è più buona perché l’acqua fredda, corrente, non fangosa, contribuisce a conferirle quel suo sapore». Una proposta che non ha visto però tutti i ristoratori favorevoli, per il rischio di “declassare” la qualità della pietanza. Al di là di tutto, comunque, rimane il rischio di perdere un grande patrimonio di tradizioni se l’equilibrio della natura sempre più precario non verrà in qualche modo ristabilito.

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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