Chioggia, addio Alessandro Spanio. Il ricordo toccante del fratello al funerale: «Guardami per sempre»

Domenica 10 Luglio 2022 di Diego Degan
Chioggia, addio Alessandro Spanio. Il ricordo toccante del fratello al funerale: «Guardami per sempre»

CHIOGGIA -  «Voglio solo che tu mi guardi per sempre». È iniziata con le parole di Gianluca, suo fratello minore, la cerimonia funebre di Alessandro Spanio, il 16enne falciato in viale Mediterraneo, martedì notte, da un furgone Fiat Doblò, mentre cercava di attraversare sulle strisce in sella alla sua moto.

Gianluca frequenta la stessa scuola di Alessandro, l'istituto Righi, e avrà nei prossimi anni gli stessi insegnanti che aveva Alessandro. Oltre agli insegnanti, molti gli amici in comune che gli ricorderanno il fratello. Questa tragedia lo ha investito con una sorta di eredità, nelle relazioni, negli affetti e, in particolare, nel ruolo di figlio, ormai unico, dei suoi genitori.

Alessandro Spanio, il ricordo del fratello: «Voglio solo che tu mi guardi per sempre»

Il messaggio, quasi una preghiera, letto all'inizio della cerimonia, rivela questa sua consapevolezza, la maturità di comportamenti di cui ha dovuto farsi carico all'improvviso e il forte legame con il fratello, al quale ha chiesto idealmente aiuto per gli anni che verranno. Con la promessa che solo chi si è amato veramente può sentirsi di fare: «Non mi dimenticherò mai di te». Ma, sicuramente, di Alessandro non si dimenticheranno neppure le centinaia di persone che hanno affollato la chiesa della Navicella, la stessa dove il ragazzo aveva ricevuto i sacramenti, fin dalla nascita. Oltre al parroco, don Marino, anche don Alberto, parroco di Borgo san Giovanni dove abita la famiglia, e don Giovanni, cappellano alla Navicella prima che gli Spanio si trasferissero, due anni fa, al Borgo. Si è così idealmente riunito il percorso spirituale e terreno di Alessandro, nella stessa chiesa dove era stato battezzato.
Ad assistere alla triste cerimonia c'erano anche il sindaco, Mauro Armelao, in forma privata, la dirigente scolastica, Antonella Zennaro, e molti amici e compagni di scuola: i primi riconoscibili dal casco che si portavano dietro, segno di quella passione per la moto che Alessandro condivideva, avendo ricevuto in regalo dal padre il supermotard (nome roboante per la sua moto ma, in realtà, un cinquantino) che guidava la notte dell'incidente. I secondi ben identificati dalla maglietta bianca, con una grande A arancione, in memoria di Alessandro.

Dopo il messaggio di Gianluca è toccato a don Marino il difficile compito di cercare di dare un senso alla «morte di un ragazzo così giovane». E il parroco lo ha fatto tracciando la «mappa delle parole» di un percorso che passa attraverso la rabbia per la perdita di una giovane vita che, però, «non può essere l'unica risposta»; attraverso il lutto, che è «distacco ma anche accompagnamento a una condizione che non può più essere quella di prima» e, infine, attraverso «la speranza», che i familiari possono reciprocamente trasmettersi, e verso Dio.

Due i gesti simbolici, ai margini del rituale religioso, compiuti in ricordo di Alessandro. Il primo, all'interno della chiesa, quando parenti e amici hanno raggiunto la bara, deponendo un fiore rosso sui gradini che portano all'altare. Solo il papà, la mamma e il fratello di Alessandro hanno messo il loro fiore sopra la bara. Il secondo, all'uscita dalla chiesa, con la liberazione di palloncini colorati. I saluti e gli abbracci ai genitori sono durati a lungo tra lacrime di commozione e di disperazione per una morte assurda che, in base agli elementi che stanno emergendo, evoca sempre più uno scenario in cui la vera causa della tragedia sarebbe stato il comportamento di qualche adulto che, da Alessandro, avrebbe avuto molto da imparare.

Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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