MESTRE - Lo sciopero praticamente non si è visto, dopo la decisione del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di ridurre a quattro ore - dalle 13 alle 17 di ieri - l’astensione dal lavoro che era stata proclamata per l’intera giornata dai lavoratori dei servizi a terra dell’aeroporto Marco Polo. Ma i disagi per chi doveva viaggiare ci sono stati lo stesso. la decisione di ridimensionare lo sciopero, infatti, è stata comunicata mercoledì sera ai sindacati e alle autorità aeroportuali, quando la maggior parte delle compagnie nei giorni precedenti aveva già deciso di cancellare parte dei voli previsti per alleviare i disagi dei viaggiatori. Così ieri a Tessera su 131 voli in partenza ne sono stati cancellati 37, mentre su 136 voli in arrivo ne sono saltati 30.
Annullato anche l’annunciato presidio dei lavoratori all’ingresso della sala arrivi. A confermare lo sciopero sono stati soltanto gli autonomi del sindacato Usb. Il clima però rimane caldo sul fronte dell’aeroporto: i sindacati, che considerano un sopruso la decisione di limitare lo sciopero, hanno di fatto rinviato al 9 ottobre l’astensione dal lavoro di 24 ore: «È disdicevole ed illegittimo il colpo di coda che ha bloccato lo sciopero - sbotta Mina Parisotto della Flai - La decisione del ministero ha solo spostato i disagi, dato che nei prossimi giorni saranno riprogrammati i voli che le compagnie avevano sospeso, e si riproporranno le attese per i passeggeri che devono fare i conti con le carenze di personale addetto ai controlli che denunciamo da anni. In ogni caso il 9 ottobre non ci fermeranno». Analoga la posizione della Cgil: «Questa scelta - commenta la segretaria Federica Vedova - rappresenta non solo un attacco evidente ai diritti dei lavoratori, ma mette in discussione il loro potere di negoziare condizioni di lavoro più eque e di avere un contratto rinnovato, che affronti la questione del costo della vita, che ha ormai raggiunto livelli insostenibili».