«Qui niente moschee o suk odoranti». Il sindaco attacca i macedoni

Lunedì 24 Luglio 2023 di Marco Agrusti
foto di repertorio

SAN GIORGIO DI NOGARO (UDINE) - «Abiti non idonei alla nostra cultura, vie trasformate in pericolosi suk odoranti di spezie».

Frasi di un sindaco, consegnate su carta alla stampa. Frasi che divideranno, incendieranno un’altra battaglia ideologica. A pochi giorni dal caso di Monfalcone (Gorizia), dove la sindaca Anna Cisint ha scatenato la “guerra” ai costumi interi islamici sul litorale della città che amministra, in Friuli Venezia Giulia scoppia una nuova bufera sui tentativi di convivenza tra la comunità locale e quella di fede musulmana. Succede tra Carlino e San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. Al centro di tutto, un’associazione culturale islamica guidata da un gruppo etnico macedone che si starebbe trasformando in una moschea. 


L’ATTACCO
Le frasi riportate in apertura sono firmate e controfirmate dal sindaco di Carlino, Loris Bazzo. Guida un raggruppamento civico, ma l’ispirazione è nettamente di centrodestra. Il suo comune confina con quello di San Giorgio di Nogaro, dove in via Marittima (non siamo lontani dal porto e dalla zona industriale) un ex magazzino è oggi occupato - legalmente - dall’associazione “Lubinishta”. I soci sono una cinquantina, tutti macedoni di fede musulmana. Allo stato attuale si tratta di un sodalizio di ispirazione culturale. Ma dopo un recente sopralluogo delle forze dell’ordine sarebbero emersi alcuni segnali, come degli elementi utili alla preghiera e rivolti verso La Mecca, la città santa dell’Islam. Il sindaco di San Giorgio, Pietro Del Frate, ha minimizzato il problema. Ma il suo vicino di “casa” ha affidato il suo pensiero ad una lettera al veleno. «Non vogliamo una moschea nella nostra zona, la comunità non ne sente alcun bisogno - è l’incipit che fa capire dove si andrà a parare di lì a poco -. Siamo di fronte a un tentativo malcelato di “impreziosire” il nostro territorio con una moschea». 


LA POSIZIONE
«Al di là delle valutazioni più prettamente religiose che non mi competono - ha proseguito il sindaco del piccolo comune della Bassa Friulana, Loris Bazzo - esprimo la fortissima preoccupazione, circa la tenuta dell’ordine sociale e vi sono nella nostra regione chiari esempi che ci dovrebbero aver insegnato che una tale concentrazione non controllata né controllabile recherebbe potenziali rischi per la sicurezza dei nostri cittadini e dei nostri figli cui sono chiamato come sindaco ad esserne responsabile. Stiamo conducendo una dura battaglia quotidiana per preservare l’identità e la specificità della Bassa Friulana e non possiamo permetterci di non poter più fare uscire i nostri figli di casa perché non si sentono sicuri, né vedere abiti non idonei alla nostra cultura e trasformare le nostre vie in pericolosi suk odoranti di spezie. Carlino, per il mio tramite, farà di tutto perché ciò non accada». 
Lo statuto dell’associazione fondata e portata avanti dalla minoranza di nazionalità macedone a San Giorgio di Nogaro è già stato depositato. Si parla di sodalizio culturale. «E la libertà di culto è certamente un valore - precisa il primo cittadino di Carlino - ma il nostro timore è che dietro questa iniziativa si possa nascondere ben altro. Purtroppo abbiamo pochi strumenti per agire, ma cercheremo di fare fronte comune per evitare la realizzazione di una moschea in piena regola». 
San Giorgio di Nogaro dista una trentina di chilometri da Monfalcone. La zona è tra le più nevralgiche del Friuli Venezia Giulia se si parla di porti e industria pesante. L’immigrazione spesso va di pari passo con la crescita della cantieristica. E la convivenza non sempre si evolve allo stesso ritmo. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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