Siccità. Fiume Tagliamento sorvegliato speciale: non bastano le ultime piogge

Domenica 21 Giugno 2020 di Camilla De Mori
I TIMORI Le scarse precipitazioni in questi mesi potrebbero portare in sofferenza il fiume Tagliamento durante l'estate
UDINE - Tagliamento sorvegliato speciale. Le piogge dei giorni scorsi hanno permesso di superare lo stato di severità idrica dichiarato ad aprile dall'Autorità di distretto delle Alpi orientali, dopo quattro mesi di precipitazioni scarse o assenti, ma l'estate resta ancora un'incognita. Dal grande fiume dipende non solo l'irrigazione di 20mila ettari di campi del Medio Friuli, ma anche la vita di piante, pesci e altri animali. Due esigenze da contemperare, che la Regione, in seguito alla valutazione di incidenza ambientale, ha dovuto soppesare prima di emettere il parere favorevole (con delle prescrizioni) alle riduzioni temporanee del deflusso minimo vitale in corrispondenza della sezione di Ospedaletto per il periodo 2020-2024 in caso di crisi idrica. Per capirci, rispetto ad una portata che, sulla carta, è di 42 metri cubi al secondo, la deroga consentita dal decreto prevede la possibilità di arrivare fino ad un minimo di 4 metri cubi al secondo in caso di emergenza idrica, un limite per ora non valicabile. Ma in futuro lo scenario potrebbe cambiare. A marzo il Consorzio di bonifica Pianura friulana ha presentato un'istanza di sperimentazione pluriennale.

LA SPERIMENTAZIONE
Come spiega Stefano Bongiovanni, direttore tecnico del Consorzio, si punta all'applicazione del deflusso ecologico, una misura introdotta dalla Direttiva quadro acque dell'Ue. «A marzo abbiamo presentato l'istanza di sperimentazione, per un percorso che potrebbe durare anche 4 anni. E' in corso di valutazione. Il deflusso minimo vitale viene superato dal nuovo concetto di deflusso ecologico: per determinarlo servono delle misure di portata in corrispondenza della presa di Ospedaletto e a valle fino alla confluenza con il torrente Leale. Sulla base della sperimentazione si stabilirà quale deflusso debba essere assicurato, al variare dei mesi, e quindi quanta acqua potremo derivare dal Tagliamento, specie nel periodo non irriguo. La proposta di sperimentazione prevede un rilascio variabile: servirà più acqua a primavera per la fauna ittica, nel periodo della frega, mentre d'estate le derivazioni potranno essere maggiori per soddisfare le esigenze irrigue». Un procedimento che corre in parallelo rispetto alla valutazione di incidenza ambientale che ha portato al via libera del 16 giugno scorso. «Lo scopo della nostra sperimentazione non è scendere sotto i 4 metri cubi, ma determinare, mese per mese, la portata necessaria per mantenere un buono stato ecologico. Per scendere sotto i 4 bisognerebbe essere in condizioni di assoluta emergenza». Dopo le ultime piogge l'allarme siccità per ora è rientrato. «Nei primi quattro mesi del 2020 le piogge sono state quasi la metà delle medie del periodo. Ad aprile era stato dichiarato lo stato di severità idrica, che adesso è stato tolto grazie alle ultime precipitazioni. Ma la condizione del Tagliamento è strutturale. Inoltre, non c'è un bacino per accumulare l'acqua. Di norma, a valle della presa, siamo a 8 metri cubi al secondo: con le piogge siamo arrivati oltre i 50 metri cubi a monte e sui 35 a valle della presa. Ma se non dovesse piovere per un mese intero potremmo di nuovo trovarci in difficoltà».

LA VALUTAZIONE
In parallelo, come detto, l'istruttoria regionale sulla compatibilità con gli obiettivi di conservazione della zona speciale di conservazione Valle del Medio Tagliamento si è conclusa con l'ok alle riduzioni temporanee del deflusso minimo vitale che comportano il mantenimento dell'alimentazione idrica delle pozze sotto il ponte autostradale, che garantiscano «una portata complessiva a valle della presa non inferiore a 4 metri cubi al secondo e una durata, anche non continuativa, del periodo di portata inferiore a 8 metri cubi al secondo nel corso della stagione primaverile-estiva non superiore a 80 giorni, di cui non più di 60 giorni con portate inferiori a 6 metri cubi al secondo». Sono state valutate invece «negativamente» le riduzioni che comportano l'interruzione dell'alimentazione idrica delle pozze «oppure una portata complessiva a valle della presa inferiore a 4 metri cubi al secondo».
 
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