Restaurati con le offerte dei fedeli,
tutti rubati gli arredi sacri del 1800

Mercoledì 13 Aprile 2016 di Paola Treppo
I candelabri e la croce sparite dall'altare
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TAIPANA (Udine) - Non ci potevano credere i parrocchiani di Platischis di Taipana che in quella chiesa ci hanno letteralmente “messo l’anima”: pranzi, feste, raccolte fondi per restaurarla, per recuperare un pezzo dopo l’altro gli arredi sacri. Prima i banchi, poi le statue, poi la cassetta delle elemosine - un vero e proprio pezzo d’antiquariato, in legno dipinto, le tele. Poi, per problemi di distacco di alcuni calcinacci, questo piccolo e delizioso edificio sacro, curato dalla gente del posto, dal diacono don Diego Mansutti e dal parroco titolare, don Roberto Borlini, è stato chiuso per problemi di staticità. Era il 2014. Da allora nell’edificio sacro non s’è più celebrata la messa, officiata nella canonica, nell’attesa dell’arrivo dei fondi necessari per metterla in sicurezza e finalmente riaprirla. È già pronto, peraltro, un progetto per ristrutturare il vecchio altare in pietra distrutto dal terremoto del 1976, per cui il diacono si sta dando da fare da almeno cinque anni.
 
Ieri la “tegola sulla testa”. Una delle fedeli che cura l’edificio e che fa parte del Comitato parrocchiale, entra in chiesa e si accorge che qualcosa non va: manca tutto. Sono spariti i candelabri che erano stati posizionati sull’altare maggiore, il drappo ricamato che ornava la mensa, la statua della Madonna, una meravigliosa croce processionale in legno, un Cristo in Croce, ostensori e altri arredi sacri cui la comunità è legatissima. Si tratta opere in parte in oro, in parte in argento sbalzato, in peltro, in tessuto, legno e gesso, tutte del 1800. Un danno incalcolabile. Non si sa neanche quando e come i ladri siamo entrati nella chiesa perché non ci sono segni di scasso. L'edificio si trova in pieno centro paese ma Platischis non è grande ed è molto isolata. Il furto, che potrebbe risalire all’estate scorsa, è stato denunciato ai carabinieri della locale stazione che indagano con i militari dell’Arma della Compagnia di Cividale del Friuli per scoprire i responsabili. 

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