UDINE - Mille firme al giorno per dire alla Regione FVG di «rinunciare a questo intervento» e la raccolta, organizzata su charge.org, non è finita. Oggi gli organizzatori – Cai, Saf, Italia Nostra e Legambiente sezioni regionali – si riuniranno per decidere come proseguire il pressing sul presidente Massimiliano Fedriga, dopo aver lanciato la petizione domenica scorsa e aver raggiunto, a ieri, quota 6mila sottoscrizioni.
L’opera riguarda 8,6 chilometri e di divide in tre lotti: un primo tratto fino a casera Val Collina, un secondo da Val Collina e Collina Grande, il terzo da Casera Plotta al rifugio Marinelli. L’attenzione di Cai, Saf, Italia Nostra e Legambiente è concentrata sul terzo lotto, dal laghetto Plotta al Marinelli, perché significherebbe convertire la «storica mulattiera in un’inedita pista carrabile». Le associazioni hanno «inviato una formale diffida alla Regione, perché l’atto amministrativo è viziato – spiega il presidente di Legambiente Sandro Cargnelutti -, poiché quella mulattiera non è mai stata una carrareccia, come dimostrano la cartografia Igm, Tabacco, del Cai».
LA PETIZIONE
I sottoscrittori sono convinti che «questo progetto rappresenta un danno per l’ambiente, per il paesaggio e la perdita di una risorsa turistica attraverso la banalizzazione dei luoghi». La questione è approdata sul finire di aprile anche in Consiglio regionale, portata dal Patto per l’Autonomia e in quella circostanza è stato l’assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali a spiegare la ratio dell’intervento: «Mettere in sicurezza e migliorare la viabilità di accesso alle malghe – ha affermato l’assessore - nonché realizzare una viabilità alternativa per raggiungere il rifugio Marinelli, esclusivamente in caso di emergenza qualora fosse impedito l’accesso da Forni Avoltri, sono gli obiettivi dell’amministrazione, che è anche proprietaria di malga Collina Grande e malga Plotta, dove la Regione sta attuando una seria di investimenti di manutenzione straordinaria». A lavori già appaltati, «sia riconosciuto alla ditta vincitrice di poter fare interventi per pari importo dove veramente serve – ribatte Cargnelutti – e non in un luogo in cui non c’è alcuna giustificazione, neppure da un punto di vista della sicurezza».