Pronto soccorso in affanno, arrivano i medici argentini. Il compenso? Dai 700 ai 900 euro a turno

Mercoledì 14 Febbraio 2024
Il pronto soccorso di Udine

UDINE - In aiuto al servizio sanitario pubblico arriveranno medici esterni italiani e non comunitari, in gran parte argentini, nei Pronto soccorso di Udine e Palmanova, dove il servizio sarà gestito in appalto dalla Mst Group srl di Vicenza. A Udine il servizio esternalizzato (h 24 e h 12 per i codici minori) dovrebbe partire dal 1. marzo e a Palmanova dal 4 marzo. A breve, come spiega il ceo di Mst Group Matteo Zanella ci dovrà essere un passaggio con AsuFc e il direttore dell'esecuzione del contratto «per capire le loro esigenze». Ma come fa la società a trovare in Italia emergentisti, diventati "merce" sempre più rara? «Oggi è cambiata la modalità con cui il professionista si approccia. Anni fa il canone preferenziale era il lavoro nelle aziende pubbliche. Oggi i medici preferiscono gestire il loro tempo». E, difatti, i camici bianchi impiegati - spiega - sono tutti «liberi professionisti a partita Iva, che sono liberi di dare o no la propria disponibilità. È chiaro che il compito che abbiamo è quello di dare continuità al servizio e fare in modo che restino più tempo».

Dall'altro lato «abbiamo la possibilità di accedere a personale estero» grazie alla deroga sul normale iter di riconoscimento dei titoli tuttora in vigore.

«Per noi, la maggior parte dei non comunitari proviene dall'Argentina. Abbiamo iniziato ad avvalerci di professionisti argentini nell'era Covid. In Veneto siamo stati i primi a spingere in questa direzione». Tutti professionisti specializzati in Medicina d'urgenza o in branche equipollenti, o con esperienza documentata, assicura. La conoscenza della lingua? «Sin da subito, quando abbiamo iniziato ad avvalercene, abbiamo posto noi il fatto che a questi professionisti venisse attestato il livello di conoscenza della lingua italiana». Quindi, anche ora, «verifichiamo in via preliminare le loro capacità professionali e la loro abilità linguistica. Nel caso degli appalti friulani era richiesto un livello di italiano B1 che è stato garantito». Inoltre, «ci interfacciamo sempre con le Aziende per capire se l'attestazione corrisponde alle capacità. Nel caso in cui un direttore dell'esecuzione del contratto dovesse dirci che, nonostante la certificazione B1, un professionista non dovesse riuscire a integrarsi con il personale, a quel punto lo andremmo a sostituire e faremmo fare a quel medico un corso di formazione fino al raggiungimento della preparazione completa».

ARGENTINI
I professionisti argentini che collaborano con il gruppo vicentino «spesso sono italo-argentini con doppio passaporto, che hanno piena conoscenza della lingua. Alcuni sono italiani di famiglia argentina che si sono laureati nel Paese sudamericano. Poi gli argentini come gli italiani sono molto empatici». Il reclutamento avviene molto «grazie al passaparola. Noi li aiutiamo nel percorso di riconoscimento dei titoli e nella valutazione del profilo assicurativo e del rischio. Abbiamo stipulato degli accordi con compagnie assicurative che prevedono costi calmierati più convenienti». Inoltre, ai medici del suo staff, la società vicentina garantisce la cosiddetta "accomodation": «In tutti i nostri servizi andiamo a prevedere che il medico in turno abbia l'accoglienza in hotel». I compensi? «Fanno sempre un po' di scalpore le cifre che si vedono a livello di budget, ma è un valore onnicomprensivo. Noi abbiamo i nostri oneri da sostenere, fra i costi e la polizza assicurativa». Quanto guadagnano questi professionisti? «Il compenso è variabile in relazione al tipo di servizio che vanno a svolgere. È difficile dire il guadagno medio del singolo medico. Posso dire che un medico che fa questo tipo di servizio guadagna fra i 700 e i 900 euro a turno. Ma da questi ipotetici 700 euro bisogna togliere l'imposizione fiscale, il costo dell'assicurazione, le malattie e le ferie non pagate».

LA MISSION
«Non ci interessa fare cassetto, coprire i turni e andarcene. Vogliamo essere presenti sul territorio. Se ci sono problemi, vogliamo risolverli». Con un bacino «di quasi 170 medici», «finora non abbiamo avuto problemi sostanziali. La nostra società è fatta al 50% da medici, teniamo alla sicurezza dei pazienti». Quanti medici saranno impiegati a Udine e Palmanova? «Da otto a dieci medici per ogni linea di turni». «Quella che è un'esigenza nostra e delle Aziende è fare in modo che il gruppo di lavoro sia il più stabile possibile. Poi, può capitare che ci sia un professionista che non si trova». «In passato ci sono state strutture che al loro interno non avevano personale medico a selezionare le candidature, con inevitabili disservizi. Noi non vogliamo rientrare in quella categoria. Quando inseriamo un professionista all'interno di un'attività, abbiamo noi il dovere di verificarne la congruenza».
 

Ultimo aggiornamento: 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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