Meditate ragazzi e lo studio migliora
Meno stress, più concentrazione

Sabato 6 Giugno 2015 di Camilla De Mori
Meditate ragazzi e lo studio migliora Meno stress, più concentrazione
Meditate, ragazzi, meditate. Perché non serve solo a gestire ansia e stress e a migliorare la concentrazione, ma pure a mantenere l’equilibrio fisico. A provarlo, i risultati ottenuti da quasi un’ottantina di ragazzi friulani, che per due mesi hanno dedicato venti minuti della loro giornata a concentrarsi sul respiro, con il classico "om" di tutti i mantra. La ricerca, da dicembre ad aprile, ha coinvolto 138 studenti (106 femmine e 32 maschi) di otto classi del liceo classico Stellini di Udine, con il coordinamento del loro professore di scienze motorie Luigino Sepulcri, che ha elaborato il progetto con il neurofisiologo Davide Anchisi («È stata sua l’idea di abbinare anche la meditazione», dice Sepulcri) e lo ha messo in pratica con la collaborazione dei suoi colleghi Maria Viotto, Antonella Rotolo e Marco Russo oltre che di Luca Plaino.



Una classe, la terza C, ha "testato", prima e dopo la "cura", i compagni che hanno fatto da "cavie": per due mesi 37 ragazzi hanno meditato ogni giorno, annotando in un diario le loro sensazioni, altri 38 hanno fatto solo esercizi fisici di controllo posturale, 38 hanno fatto entrambe le cose, mentre altri 35 - il gruppo di controllo - non hanno fatto nulla. «I ragazzi sono stati entusiasti dell’idea di inserire la meditazione - spiega Sepulcri - e mi hanno trascinato in quest’esperienza, all’inizio molto faticosa. I test iniziali sono stati fatti a dicembre, poi, ad aprile sono state rifatte le prove dopo il lavoro».



Risultato? «Non ci aspettavamo che il solo lavoro mentale avesse una così evidente ricaduta sul controllo posturale», dice Sepulcri. I test, fatti «con un accelerometro posto sullo sterno che valutava gli scostamenti del busto rispetto all’asse medio sul piano sagittale e frontale mentre il soggetto era in appoggio su un piede, ad occhi aperti e a occhi chiusi», lo hanno dimostrato.



«Il gruppo che ha seguito il "mental training" è migliorato del 37,7% - spiega Sepulcri -, quello che ha fatto solo esercizio fisico del 45,6%, quello che ha seguito entrambi i protocolli del 52,2%. Anche il gruppo di controllo è migliorato del 27,4%, ma bisogna considerare che i ragazzi fanno comunque attività ginnica a scuola».



Convincere un plotone di giovani a meditare nella posizione del loto (ma pure distesi o seduti) non è stato difficile, assicura il vicepreside Andrea Nunziata: «Sono ragazzi portati alla riflessione». Per Fernando Falone, 19 anni, di Udine, «aspirante apneista», che con la meditazione ha già un po’ di dimestichezza per la regolazione del respiro, «all’inizio è stato difficile concentrarsi per 20 minuti su una cosa che non si fa, ma che è solo di tipo mentale.



Poi, invece, mi sono abituato: mi ha portato a una maggiore serenità, non mistica, e a una capacità del controllo del respiro che può aiutare nelle situazioni emotivamente più difficili». All’udinese Annalisa Graziano, 18 anni, che vorrebbe diventare psichiatra, «la meditazione è stata estremamente utile, perché io sono molto ansiosa: mi è servito per gestire lo stress. All’inizio era difficile: mi sembrava fossero passati venti minuti, invece erano solo cinque! Poi è andata meglio. Meditavo prima di cena: l’ho fatto anche prima delle interrogazioni importanti. Sicuramente mi aiuterà all’esame di maturità».
Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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