Dagli antichi romani un calcestruzzo autoriparante e sostenibile. L'idea della start up friulana piace anche agli americani

Lunedì 9 Gennaio 2023
Dagli antichi romani un calcestruzzo autoriparante e sostenibile. L'idea della start up friulana piace anche agli americani

UDINE - In Friuli nasce il calcestruzzo autoriparante e sostenibile, una ricetta che risale agli antichi romani. A svilupparlo è la start up DMAT, deep tech company specializzata in materiali d'avanguardia con sede a Udine e Milano, ora in procinto di sbarcare negli Stati Uniti grazie ai suoi innovativi prodotti, ispirati da uno studio chimico-archeologico pubblicato da Science.

Pensiamo infatti al Pantheon, eretto 1905 anni fa. Quale segreto si nasconde dietro la sua longevità? A indagare sulla resilienza del calcestruzzo, capace di affrontare l'incura dei secoli, è stato il chimico Admir Masic, professore associato di Ingegneria Ambientale del MIT-Massachusetts Institute of Technology, che nel 2017 ha dato avvio alla ricerca, oggi pubblicata dall'autorevole Science Advances, la prima rivista ad accesso aperto dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS), la casa editrice no-profit dietro Science.

Sulla base di questo studio, la start up friulana ha iniziato a sviluppare una tecnologia innovativa per creare nuove tipologie di calcestruzzi, caratterizzati dalla capacità di autoripararsi, senza aumentarne i costi di produzione.

Si chiama D-Lime il primo calcestruzzo di nuova generazione, pronto a entrare sul mercato, combinando performance di durabilità e sostenibilità mai raggiunte prima. Un prodotto che permette di allungare la vita e la qualità delle costruzioni attraverso la sua capacità di auto-riparare eventuali crepe. Tale processo, analogamente al cemento romano studiato da Masic, viene attivato dall’acqua che, invece di ammalorare il materiale, richiude le fessurazioni con un processo simile a quello della cicatrizzazione dei tessuti biologici. Il calcestruzzo sviluppato da DMAT consente anche un risparmio del 20% di emissioni di CO2. 

«La missione di DMAT» spiega il Ceo Paolo Sabatini «è quella di rendere più green e performante un ecosistema dai volumi enormi come quello del calcestruzzo. Per riuscirci, lavoriamo e continueremo a lavorare inseguendo due macro-obiettivi: aumentare la durabilità di questo materiale diminuendone l’impatto ambientale. Oggi siamo l’unico player che riesce a garantire un miglioramento della performance strutturale del 50% con una riduzione delle emissioni di CO2 del 20%. Un risultato straordinario, soprattutto se si considera che permettiamo di raggiungerlo senza costi aggiuntivi, ma, anzi, offrendo il prezzo più competitivo sul mercato».

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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