FAGAGNA (Udine) - Sono una ventina i lavoratori friulani interessati dal fallimento della Stg Group Spa con sede a Calcinato (Brescia) e unità operativa a Fagagna; la società, attiva nella fornitura di equipaggiamenti e servizi, e nella modernizzazione di impianti siderurgici, è stata colpita da un gravissimo indebitamento nei confronti dei fornitori e del mondo finanziario.
«Dal febbraio scorso l’azienda è in esercizio provvisorio su disposizione del Tribunale di Milano - spiega Fabiano Venuti della Fim Cisl Udine -; nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto al Ministero del Lavoro di Roma l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale che interesserà quindi anche le maestranze friulane di Fagagna, una sede dove operano tecnici e ingegneri specializzati nella progettazione. I lavoratori potranno essere sospesi a zero ore; mentre si rincorrono voci di possibili cessioni o affitti di ramo d’azienda, il nostro auspicio è che si riesca a trovare una soluzione atta a garantire la permanenza in loco di queste persone. Il problema maggiore, infatti, è che più il tempo passa e più c’è il rischio che l’azienda s’impoverisca, perdendo professionalità e commesse che potrebbero essere accolte da altre realtà produttive fuori regione. Invitiamo gli amministratori regionali a monitorare la vertenza con la massima attenzione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Dal febbraio scorso l’azienda è in esercizio provvisorio su disposizione del Tribunale di Milano - spiega Fabiano Venuti della Fim Cisl Udine -; nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto al Ministero del Lavoro di Roma l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale che interesserà quindi anche le maestranze friulane di Fagagna, una sede dove operano tecnici e ingegneri specializzati nella progettazione. I lavoratori potranno essere sospesi a zero ore; mentre si rincorrono voci di possibili cessioni o affitti di ramo d’azienda, il nostro auspicio è che si riesca a trovare una soluzione atta a garantire la permanenza in loco di queste persone. Il problema maggiore, infatti, è che più il tempo passa e più c’è il rischio che l’azienda s’impoverisca, perdendo professionalità e commesse che potrebbero essere accolte da altre realtà produttive fuori regione. Invitiamo gli amministratori regionali a monitorare la vertenza con la massima attenzione».