Elezioni, la ricetta del candidato De Toni: «L'obiettivo è rilanciare Udine e tutto il Friuli»

Open, Sinistra Italiana, Verdi e M5S non ci sono: "Si sono autoesclusi"

Lunedì 26 Dicembre 2022 di Antonella Lanfrit
Elezioni a Udine, la ricetta del candidato De Toni: «L'obiettivo è rilanciare Udine e tutto il Friuli»

UDINE - Candidato di una coalizione «a tridente», che riunisce per ora dieci soggetti e che «non pone veti di natura ideologica» a quanti vorranno convergere sulla base della costruzione del programma. Una candidatura che è «emersa dal basso in forma autonoma e libera con la spinta/adesione di singoli cittadini, della serie no visitors» e che nasce «dalla gratitudine per Udine e per il Friuli». Obiettivo: «Il rilancio di Udine e del Friuli», perché entrambi «si sono impoveriti, sono meno attrattivi e poco inclusivi». C'è bisogno «di un programma, sorretto da una visione, che restituisca alla città la sua funzione e il suo ruolo oggi indubbiamente marginale nel contesto regionale». Ecco il profilo, le motivazioni di fondo e gli obiettivi del candidato sindaco di Udine del centrosinistra Alberto Felice De Toni, l'ex rettore dell'ateneo friulano che si è presentato ieri dalla Casa della Contadinanza sul castello del capoluogo friulano insieme alla sua formazione: liste civiche Progetto Innovare, Siamo Udine e Patto per l'Autonomia; partiti quali Pd, Terzo Polo con Azione e Italia Viva e Cittadini per il Presidente; gruppi politici e associazioni culturali della città, fra cui Psi, Costruire Futuro e Coesis.

Soggetti rappresentati ieri rispettivamente da Federico Pirone, Lorenzo Patti, Stefania Garlatti Cosa, Andrea Zini, Nicola Turello, Alessandro Venanzi, Michela Del Piero, Andrea Castiglione, Daniela Vismara e Alessandro Tesolat.


GLI ASSENTI
Dell'attuale opposizione alla Giunta di Piero Fontanini mancano all'appello Prima di Udine con Enrico Bertossi e il M5S. Non ci sono neppure Sinistra Italiana, Verdi e Open Fvg. Potrebbero aggiungersi alla compagine? «La coalizione è aperta», ha detto De Toni, «se ci sono delle autoesclusioni ci dispiace, ma andiamo avanti». Neppure la differenza di coalizione che potrebbe esserci nel centrosinistra tra il livello regionale e quello cittadino in primavera si voterà nello stesso giorno per rinnovare il governo delle due istituzioni secondo De Toni è un problema: «Pensiamo che le geometrie variabili siano un valore», ha infatti ribattuto di fronte all'ipotesi sempre più probabile che il Terzo Polo per le elezioni regionali non si schieri insieme al Pd. Se politicamente, dunque, la compagine intende non essere «ascrivibile a perimetri politici precostituiti» ed e la candidatura nasce nel cuore della città, lo scenario d'azione alza lo sguardo ben oltre la città.


PARTE DEL TERRITORIO
Il motto, infatti, è «Il Friuli riparte da Udine», perché «la cosa fondamentale è riaccendere la fiducia e l'orgoglio del sentirsi parte di un territorio». Il programma «sarà definito in una decina di incontri pubblici a tema da gennaio e fino a metà marzo» e già ieri De Toni ha lanciato «una call pubblica perché chi vuole fare qualcosa di buono lo dica, noi ci siamo e crediamo nell'intelligenza diffusa». Ciò non toglie che alcune idee cardine siano già ben chiare: Udine capitale del Friuli, Udine città Mitteleuropea. E poi un elenco di temi su cui confrontarsi con i cittadini: sicurezza e Borgo Stazione; raccolta rifiuti; rivisitazione della città dal punto di vista urbanistico; rivitalizzazione dei quartieri; welfare; trasporti, energia e verde; ciclabili, tra cui De Toni ne immagina una chiamata «Pedala, sei in Friuli». Ci sono, inoltre, i possibili progetti di qualificazione e sviluppo della città. «Mi preoccupano molto le lunghe liste di attesa all'ospedale di Udine, il più grande della regione», ha detto il candidato sindaco; pensa a Udine come una piattaforma europea dell'alimentazione da attivare con Friuli Doc, l'Università e i Distretti del vino e del prosciutto; crede in un progetto che ha battezzato «Mandi Casa» per la valorizzazione internazionale del Friuli, guardando alla sua produzione che già raggiunge il mondo: dagli elettrodomestici ai mobili alle capacità costruttive. Tutto ciò con un sindaco «non tanto conduttore, quanto costruttore di contesti, un facilitatore» e un Comune quale «agenzia di innovazione civile, sociale ed economica».
 

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