Vita sociale ridotta a zero, ma è boom della medicina estica. Il chirurgo: «Ai tempi del Covid aiuta a sentirsi bene»

Mercoledì 25 Novembre 2020 di Lisa Zancaner
Vita sociale ridotta a zero, ma è boom della medicina estica. Il chirurgo: «Ai tempi del Covid aiuta a sentirsi bene»

Lavoro in smart working e locali chiusi.

Sembrerebbe che il Covid abbia tolto il desiderio di curare il proprio aspetto, invece non è così. Nell’era del Coronavirus cresce il trend della medicina estetica e della chirurgia plastica, una sorta di antidoto alla depressione. «Nonostante la pandemia, la richiesta è aumentata e credo che il motivo risieda nel fatto che c’è una reazione, più o meno inconscia da parte delle persone che le porta a voler essere in ordine e sentirsi bene - afferma Gianmario Prinzivalli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica – ritengo che in parte sia una reazione psicologica a una situazione per cui davanti a una restrizione corrisponde un desiderio di voler apparire al meglio e il nostro è un trend in crescita. Nonostante la crisi sanitaria ed economica di questo periodo – prosegue – le richieste sono aumentate».


SENZA TIMORI
A frenare donne e uomini non c’è nemmeno il timore di entrare in una struttura sanitaria per sottoporsi a queste prestazioni che comunque erano state sospese durante il lockdown di marzo e aprile. Un po’ di timore potrebbe anche esserci, ma se le persone sono motivate a migliorare il loro aspetto, questi timore viene superato. La voglia di sentirsi belli, insomma, fa superare le paure e, come sottolinea Prinzivalli, qualsiasi tipo di intervento viene eseguito in massima sicurezza. «Credo che in questo momento gli ospedali siano luoghi sicuri dove si eseguono controlli costanti, difficilmente c’è un’esposizione che mette a rischio personale medico e utenti. Oltretutto per chi fa il chirurgo, la sicurezza è sempre massima».
Difficile fare una stima del numero di prestazioni eseguite, «le richieste sono quotidiane» precisa e, lavorando tra Udine e Milano, l’esperto assimila il trend in Friuli a quello che si registra in Lombardia, «qui come altrove sempre più persone si rivolgono agli specialisti». 


IN CODA PER LA PUNTURA
Ad avere una vera impennata, comunque, è la medicina estetica, «le cosiddette punturine» spiega Prinzivalli, ovvero un ritocchino non invasivo ed economicamente alla portata di molti. «Partendo da queste ultime posso dire che è un numero che si fa fatica a conteggiare perché i trattamenti sono talmente frequenti da essere eseguiti tutti i giorni. Fare una puntura è diverso dal portare una persona in sala operatoria, in questo caso parliamo di pochi minuti di trattamento e oggi la gente ha meno tempo per fare lunghe convalescenze. Volendo fare una proporzione, ogni 5 o 6 sedute di medicina estetica faccio un intervento chirurgico» e, se le iniezioni sono quotidiane, significa che almeno una volta o due alla settimana c’è chi opta, in Friuli, per una liposuzione o una taglia in più al seno. Il boom se lo guadagna comunque la medicina estetica, mentre la chirurgia mantiene un trend stabile «e – sottolinea il chirurgo – non la si chiami tutta chirurgia estetica, c’è una decisa differenza».

MASCHI E GIOVANI
Ma che si tratti di riempire un po’ gli zigomi o le labbra, oppure levarsi una taglia dal girovita, non c’è virus che tenga. Sarà l’era del Covid, ma lo è pure della voglia di sentirsi più belli, magari proprio per dare contro a un periodo buio per tutti. Una forma di vanità che non è prerogativa femminile, anzi, «il trend in crescita è quello della richiesta maschile. C’è una femminilizzazione degli uomini che curano il proprio aspetto quanto le donne». Tutti più o meno giovani, «l’età si è abbassata molto. Le ragazze iniziano già a 20 anni sia per le iniezioni sia per la chirurgia, fino ad arrivare ai lifting delle ottantenni, i maschi partono già a 30 anni con la liposuzione».

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