«Lo choc energetico paralizzerà i bilanci delle aziende friulane. Rischiamo il crollo del credito»

Sabato 18 Giugno 2022 di M.A.
Sergio Emidio Bini

Le paure sono lì, a portata di cambio di stagione (il prossimo, quello tra l'estate e l'autunno). Il portafoglio (quello della Regione) si svuoterà con l'assestamento proprio per garantire gli interventi d'emergenza. Gli imprenditori avrebbero in mano ordini record ma faticano ad assecondarli. E mancano - dal governo - alcune misure chieste insistentemente da Trieste. A circa due mesi dall'ultimo tavolo di crisi regionale, l'assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini fa il punto sullo stato di salute dell'economia friulana.
Bini, la crisi pare non essere di breve durata. Siete preoccupati?
«Più che altro di fronte a certe dinamiche siamo impotenti. Ma attenzione, lo è anche l'Italia stessa. È emersa la necessità di una politica comunitaria di medio-lungo periodo».
Eppure di soldi la Regione ne metterà...
«Faccio una battuta: il prossimo assesstamento di bilancio sembrerà più una Finanziaria che una manovra estiva».
Faccia il quadro...
«Si parte dai 40 milioni a fondo perduto per le micro, piccole e medie imprese: soldi utili a sostenere lo choc energetico dell'ultimo periodo. Introdurremo un sistema di incentivi e benefici a favore di chi avvierà un processo di riconversione energetica, ad esempio verso gli impianto fotovoltaici. Lavoriamo anche a degli interventi di sostegno nei confronti di chi installerà degli impianti a idrogeno».
Lo Stato sta facendo abbastanza?
«Mancano alcuni passaggi, sui quali continueremo a premere in commissione».
Quali?
«Primo, c'è bisogno di entrate per far fronte ai bilanci spinti per il sostegno alle imprese. Secondo, le imprese devono poter ammortizzare, spalmandoli su più annualità, gli aumenti del costo dell'energia rispetto all'anno scorso. Oggi il problema lo vediamo sulla cassa, ma domani lo vedremo sui bilanci».
Con che rischi?
«Pensiamo ad esempio alle imprese cosiddette energivore. Senza quella misura di ammortamento avranno degli impatti mostruosi sui conti. Presenteranno bilanci peggiori, che influiranno sul rating di affidabilità dato dalle società specializzate».
E quindi un riflesso finale sulla capacità di ottenere crediti...
«Esattamente. Quello che rischiamo è una crisi del credito per quanto riguarda acciaierie, vetrerie, fornaci. Insomma tutte le aziende che consumano molta energia».
Il passo successivo sarebbe quello di bucare le commesse e di ottenere un riflesso negativo sull'occupazione. Temete un autunno caldo?
«Siamo in un momento delicatissimo e il timore per l'occupazione è reale. Io però da tempo sto visitando molte aziende e il sentimento degli imprenditori è positivo».
Si spieghi meglio...
«Tutti mi dicono che hanno una marea di ordini, come mai prima».
Quindi?
«Quindi bisogna avere il nervi ben saldi. Questo momento sarà passeggero e quando terminerà lo choc energetico ci sarà una ripresa molto importante».

 

Ultimo aggiornamento: 15:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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