UDINE - Una banda, composta da minorenni, ritenuta responsabile di una serie di rapine, tentate rapine, atti persecutori e lesioni personali commessi ai danni di altri coetanei nel capoluogo udinese è stata individuata e bloccata dalla Polizia di Udine che ha eseguito 4 misure cautelari nei confronti di altrettanti minori all'esito dell'operazione Generazione Z.
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile il gruppetto di minorenni, sia italiani che stranieri, coadiuvati in alcune circostanze dalla complicità di ragazzi maggiorenni, si muovevano in città in gruppi omogenei e interscambiabili e individuavano le vittime che, minacciate dal branco, erano costrette a subire passivamente la volontà degli aggressori, al fine di evitare conseguenze ancor più gravi. Quattro di loro sono risultati ora destinatari delle misure cautelari chieste e ottenute dal Pm della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste.
La Squadra Mobile sta eseguendo due misure di custodia in istituti penali minorili nei confronti di due ragazzi di 15 e 16 anni; altri due ragazzi di 15 e 17 anni saranno collocati invece presso Comunità per Minori fuori Regione. Nell'ambito della stessa attività, sono state delegate e in fase di esecuzione le perquisizioni locali e personali nei confronti di altri 10 minori di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, coinvolti nelle indagini.
TUTTI LE AGGRESSIONI
Molte le aggressioni e rapine contestato alla baby gang dalla Polizia di Udine. Il primo risale al 26 ottobre 2020, ed è avvenuto all'interno di un fast-food di Udine. Il gruppetto aveva accerchiato, strattonato e minacciato una vittima designata per impossessarsi dei panini che aveva appena acquistato, sottraendogli anche le scarpe e il cappellino che indossava. Il gruppo era entrato in azione di nuovo il 5 novembre in un parco comunale: aveva scelto una vittima, l'aveva accerchiata e intimorita, per poi strapparle una catenina dal collo, rivenduta subito dopo in un vicino compro-oro.
Simile è stata anche l'aggressione commessa il 1 dicembre nella stazione delle autocorriere dove la gang aveva picchiato con sberle, pugni e calci un ragazzo, a cui aveva strappato dal collo una catenina, impossessandosi anche di un orecchino e del cellulare, prima di costringere il ragazzo, con calci e fare minaccioso, a salire su un autobus perché si allontanasse dal luogo dell'aggressione. In quell'occasione, uno degli indagati era risultato anche in possesso di un coltello a serramanico. Sempre nei pressi dell'autostazione la baby gang aveva preso di mira e molestato in più occasioni, tra dicembre e gennaio, una stessa persona, che dunque aveva cominciato a vivere in un persistente stato di paura.
In una circostanza questa persona fu spintonata contro una delle vetrine della zona, bloccata e colpita al volto con un pugno obbligandola a consegnare il borsello di marca che aveva con se; una seconda volta fu minacciata con una pistola finta puntata alla tempia; una terza volta la persona fu colpita con un pugno al volto provocandole una contusione alla mandibola con una prognosi di 7 giorni, poiché si era rifiutata di commettere un furto di vestiti in un noto centro commerciale. Infine, il 9 febbraio scorso, a Udine, presso la stazione dei treni, la gang aveva accerchiato un altro ragazzo e minacciandolo pesantemente, lo avevano costretto a consegnare il monopattino su cui viaggiava e il denaro che aveva con se.